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Scheda a cura di Cloud-Strife.

SCHEDA

Titolo originale: Tsubasa no Kami: A Girl in Gaea
Traduzione letterale: “Ttubasa no Kami” significa “Dea delle ali”
Titolo internazionale: The Vision of Escaflowne: The Movie
Genere: film d’animazione – fantasy, avventura, sentimentale, mecha
Rating: adatto ad un pubblico maturo
Durata: 95 minuti
Anno di uscita in Giappone: 2000
Tratto: Ispirato alla serie televisiva “I Cieli di Escaflowne” e prodotto qualche anno dopo la fine di essa, non racconta ciò che succede dopo l’episodio 26, ma è una rivisitazione della storia, dei luoghi e del mito.

Director: Kazuki Akane
Series composition: Ryouta Yamaguchi, Kazuki Akane
Character design: Nobuteru Yuki
Mecha design: Kimitoshi Yamane
Studios: Studio Sunrise – Bandai Visual

Titolo in Italia: I Cieli di Escaflowne: The Movie
Anno di pubblicazione in Italia: 2011
Edizione italiana italiana:
Trasmissione tv: no
Trasmissione tv online: Prime Video – doppiato in italiano
Censura: no
Edizione italiana: Edito in dvd e bluray dalla casa editrice Dinyt, in due diverse edizioni: una Standard e una First Press (edizione limitata) che contiene una card e un booklet speciale con approfondimenti e note sul film.

Sigle:
Sigla iniziale
“First Vision” di Hajime Mizoguchi e Yoko Kanno
Sigla finale
“Yubiwa” di Maaya Sakamoto

TRAMA

Van, ultimo discendente della casata dei Draghi, da bambino ha perso tutto quando suo fratello maggiore Folken, ribellatosi al volere della profezia che voleva Van come successore al trono, distrusse il proprio paese (la Terra di Adon) e uccise gran parte i suoi abitanti; adesso combatte al fianco degli Abaharaki (un gruppo di ribelli, tra i quali trovano posto anche il capitano Allen Shezar e la principessa Millerna) contro l’avanzate del potere dei Draghi Oscuri, comandati da Folken stesso.
Il suo unico obiettivo, però, è quello di trovare il fratello ed ucciderlo. Della libertà della terra di Gaia sembra non importargliene nulla.
Un giorno viene inviato dagli Abaharaki ad intercettare una delle navi dei Draghi Oscuri, contenente qualcosa di molto importante: l’armatura della leggenda, il Dio della guerra, l’Escaflowne.
Van riesce nella sua missione, ma una volta ottenuto l’Escaflowne, trova al suo interno una ragazza: Hitomi.
Hitomi Kanzaki è una ragazza proveniente da quella che gli abitanti di Gaia chiamano “La luna dell’illusione”, cioè la Terra. (ricordiamo che nel cielo di Gaia brillano la luna e la terra). La sua vita sulla Terra era noiosa e priva di senso, soprattutto dopo aver allontanato da se la sua unica amica, Yukari. Così Hitomi aveva risposto alla chiamata di Folken, che le era apparso sulla terra, e attraverso un varco dimensionale, era giunta su Gaia all’interno dell’Escaflowne.
Qualcosa però non va come Folken aveva previsto, e il destino vuole che sia proprio Van ad incontrare per primo Hitomi.
Il loro incontro sarà sufficiente a salvare il mondo di Gaia?

IMMAGINI clicca per ingrandire

DOPPIATORI

PERSONAGGI – DOPPIATORI ORIGINALI – DOPPIATORI ITALIANI
Hitomi Kanzaki – Maaya Sakamoto – ILARIA LATINI
Van Fanel – Tomokazu Seki – FABRIZIO MANFREDI
Allen Schezar – Shinichiro Miki – LORIS LODDI
Merle – Ikue Ohtani – DOMITILLA D’AMICO
Millerna Aston – Mayumi Iizuka – CHIARA GIONCARDI
Folken Fanel – Jouji Nakata – MASSIMO LODOLO
Dilandau Albatou – Minami Takayama – LAURA LENGHI
Yukari Uchida – Mayumi Iizuka – ANTONELLA BALDINI
Shesta – Shinichiro Miki – MARCO VIVIO
Imperatore Dornkirk – Masato Yamanouchi – MARIO BOMBARDIERI
Dryden Fassa – Juurouta Kosugi – FRANCESCO PRANDO
Sora – Mayumi Iizuka – VERONICA PUCCIO
Ort – Nobuyuki Hiyama – MASSIMO TRIGGIANI

LINK inerenti alla serie

Materiale su “I cieli di Escaflowne” presente su questo sito:

Altre opere di Kazuki Akane presenti sul sito:

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Marichan
Staff
Nobile
11 anni fa

– commento di Cloud –

Trattandosi di un film, Kazuki Akane e il resto dello staff hanno avuto maggiore libertà nelle loro scelte artistiche.
Ecco, quindi, che la fotografia è molto più cupa della serie televisiva e la violenza decisamente più esplicita (si nota subito che scorre molto più sangue). Da questo punto di vista, molto d’impatto la prima scena, in cui un Van indiavolato fa strage di nemici all’interno della nave dei draghi oscuri, e quella della tortura di Dilandou da parte di Folken.

Per ovvi motivi di tempo sono state messe da parte le figure secondarie, e tali modifiche si ripercuotono anche sul design dei personaggi: Allen è un capitano forte e deciso, Millerna non è più una principessa dalle lunghe vesti bianche, ma più un’abile combattente, e sicuramente l’appellativo “principessa” le è stato dato dal resto dell’equipaggio. Dryden è più signorile e meno trascurato, ma ciò non gli toglie lo charme e la simpatia che avevano caratterizzato la sua figura anche in precedenza. Folken ha un inquietante guizzo di follia negli occhi e incarna perfettamente la psicologia contorta e complicata del personaggio. Bella l’apparizione delle gemelle Erya e Narya nel pub di Dryden, mentre cantano la canzone del drago. Jajuka incarna la giustizia e la rettitudine morale in un mondo ormai consumato dalla pazzia e dall’odio, mentre Dilandou è il personaggio che meno è stato modificato rispetto alla serie tv, anche se è stata completamente abbandonata la sottotrama che la volesse, in realtà, sorella minore di Allen. Unica figura completamente originale è quella di Sora, ultimo residuo del popolo di Atlantide, che già una volta distrusse Gaia, il cui canto è dolce e straziante.

Ancora una volta, però, ciò che ci prende per mano e ci permette di apprezzare ancora meglio quello che già di per se sarebbe un capolavoro, è la stupenda colonna sonora composta da Yoko Kanno, profonda, potente, straziante, qua e là venata anche da forti connotati etnici e orientaleggianti. Alla già citata Dance of Curse, vanno aggiunti brani come Sora, First Vision, Tree of Hearts, We’re Flying.

Inutile, infine, spendere parole per la qualità delle animazioni (sia di personaggi che dei mecha), poiché ne basta una sola: perfette.

Già in Giappone, al momento della sua uscita nei cinema, questo film aveva spiazzato la quasi totalità degli spettatori.
Molti non hanno gradito il fatto che questo “Escaflowne the movie” non proponga un sequel della storia originale, ma solo una rivisitazione di essa. Ma se cerchiamo di analizzare oggettivamente il prodotto in questione, non sarà difficile convergere sul fatto che si tratta di uno dei migliori Anime Movie mai realizzato.
Kazuki Akane, lasciando quasi inalterata la forma della serie animata, ne esaspera fortemente il contenuto. Sono molte le scene che ci rimandano direttamente ai 26 episodi precedenti (una fra tutte, il volo di Van che salva Hitomi caduta in un dirupo), ma il contesto è ora completamente diverso.
Hitomi, studentessa liceale, è triste, sola, stanca della vita, si trascina avanti giorno dopo giorno in un’esistenza che non riesce a trovare uno scopo (riflettendoci, è la metà perfettamente complementare dell’Hitomi che avevamo imparato a conoscere ed amare nella serie televisiva originale). Van invece, soprattutto nella prima parte del film, è cattivo, insensibile, quasi selvaggio, corroso da un dolore espresso come rabbia e violenza. Ma il cambiamento che più spiazza, in realtà, è quello di Folken, che mentre riusciva a redimersi nella seconda parte della serie animata, qua lo fa, e solo parzialmente.

Forse questo film, rispetto al suo predecessore, perde un po’ in epica, ma sicuramente è un film ancora più poetico e filosofico di quanto ci si potesse immaginare. Tantissime scene rimangono impresse nella mente e sono indelebili per forza visiva: il già citato volo di Van per salvare Hitomi; il risveglio dell’Escaflowne e il suo combattimento con l’armatura rossa (ancora una volta sotto il comando di Dilandou), accompagnato dalle inconfondibili note di Dance of Curse, solo per citarne alcune.
Stupenda, inoltre, la scena finale del sogno di Hitomi e Van, quando quest’ultimo rischia di sprofondare nell’abisso di una pazzia portata alle estreme conseguenze dal desiderio di vendetta che lo afferra quando combatte all’interno dell’Escaflowne; da brivido il duello tra Van e Folken.
I temi trattati sono profondi e impegnati: su tutto, la forza di volontà e l’amore che permettono di superare qualsiasi ostacolo ci si pari davanti, l’amicizia, il lutto e la redenzione, il perdono, la giustizia, la guerra e la pace.
Il linea con il resto del film, anche il finale, malgrado tutto, è malinconico e un po’ triste.

Concludendo, ritengo sinceramente che Tsubasa no Kami – A girl in Gaea sia per lunghi tratti valido quanto la serie canonica, anzi in alcuni punti riesce addirittura a superarla. Ecco perché azzarderei per esso l’appellativo di capolavoro.

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