manga – CITY HUNTER REBIRTH – di Sokura Nijiki
Scheda a cura di Wizard09.
SCHEDA
Titolo originale: Kyou kara City Hunter – (今日から CITY HUNTER)
Titolo internazionale: City Hunter Rebirth
Autore: Sokura Nijiki (Storia e disegni) – Tsukasa Hojo (Soggetto originale)
Genere: azione, commedia, ecchi, sentimentale
Target: seinen
Rating: consigliato ad un pubblico maturo
Anno di pubblicazione in Giappone: 2017 – in corso
Casa Editrice giapponese: Tokuma Shoten
Rivista: Comic Zenon
Volumi: 13 (in corso)
Titolo in Italia: City Hunter Rebirth
Anno di pubblicazione in Italia: dicembre 2019 – in corso
Casa Editrice italiana: Planet Manga
edizione 13X18, a 7,00 €
Volumi: 13 (in corso)
TRAMA
Kaori Ayoama è una quarantenne otaku, grande fan della serie “City Hunter”.
Dopo essere stata investita da un treno, la donna si risveglia per magia nella Shinjuku degli anni 80’ dove, nei panni di una se stessa liceale, incontra il suo eroe Ryo Saeba!
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OPERE RELATIVE
Manga
– City Hunter – opera capostipite
– Angel Heart
– Angel Heart: 2nd Season
Anime, Serie tv
– City Hunter
– City Hunter 2
– City Hunter 3
– City Hunter ’91
– Angel Hearts
Anime, Film d’animazione
– City Hunter Special 1 – Amore, Destino e una 357 Magnum
– City Hunter Special 2 – Guerra al Bay City Hotel
– City Hunter Special 3 – Un complotto da un milione di dollari
– City Hunter Special 4 – Servizi Segreti
– City Hunter Special 5 – La Rosa Nera
– City Hunter Special 6 – Arrestate Ryo Saeba!
– City Hunter: Private eyes
LINK inerenti alla serie
Materiale su “City Hunter” presente su questo sito:
- Le Frasi più belle di City Hunter
- Le Frasi più belle di Angel Heart
- Testo della sigla italiana
- Testi delle sigle e ost originali
Mi appello a tutte le ragazze che possono aver letto questa roba: ma voi riuscireste ad immedesimarvi nei panni di questa protagonista? Giuro, questa Kaori è così stupida, patetica e triste, che potrebbe essere una degna protagonista di una storia tratta da una fanfiction della peggior specie.
Parliamo di una donna di quarant’anni, otaku, che non ha nessun tipo di relazione sociale o sentimentale, che festeggia il proprio compleanno da sola, con la madre che al telefono le dice di sbrigarsi a trovare un uomo. Ha fallito nel diventare una mangaka, e quelle poche amiche che aveva le ha perse perché parlava continuamente di Ryo Saeba come se fosse reale.
Come se questo non bastasse, nella solitudine della sua cameretta, bacia le tavole dove appare lo “Sweeper di Shinjuku”. Ma il peggio arriva quando comincia a rantolarsi nel letto sognando di martellare Ryo quando fa il porco, di cucinare per lui, di farsi salvare da lui, di litigare con lui e via dicendo. In pratica vorrebbe vivere la vita della sua omonima cartacea…
Quindi cosa pensate che possa fare una volta giunta nel mondo di City Hunter? Bé ovviamente conoscendo la storia si intromette anche quando non dovrebbe creando guai e generando sospetti. D’altronde come resistere all’impulso di frugare nella stanza di Ryo, cercare la sua leggendaria collezione di porno e dare sfogo ai propri feticismi odorando le sue lenzuola?
Per questi motivi ho fatto davvero fatica a finire il primo volume, ci un sacco di cose inutili e di eventi già visti. Dopo il one shot dedicato a Yamcha di Dragonball non mi sarei mai aspettato di rivedere nuovamente questo espediente narrativo. Il “reincarnarsi” in un personaggio dei manga sta diventando come il multiverso per Marvel e DC.
Ma ai giapponesi piace questo genere? O siamo di fronte a quei fenomeni che tipo che tu pubblichi la tua fan fiction e se funziona ci fanno un libro? E devo dire che se è attualmente in prosecuzione un certo apprezzamento c’è, ma d’altronde anche 50 sfumature è diventato un best seller nonostante sia scritto con i piedi.
Ringraziando il cielo Tsukasa Hojo non c’entra nulla con questo prodotto, anche perché credo sia inutile all’alba del 2020 tentare di rilanciare nuovamente questo vecchio brand, soprattutto in questa maniera discutibile. Personalmente dei mokkori e degli assalti sessuali del buon vecchio Ryo Saeba non se ne sentivo affatto la mancanza. Voglio dire: City Hunter è un manga di 37 tankobon nel quale sostanzialmente arriva la bellezza di turno (che sia la cliente o accompagni il cliente poco importa), lui fa il porco, l’altra lo martella, lui diventa serio quel tanto che basta per risolvere il caso, la cliente o chi per essi si innamora di lui ma capisce che lui è legato a Kaori e via la prossimo caso. Per non parlare poi dei pagamenti in “bottarelle”.
Mi vengono in mente le nostre care vecchie commedie erotiche all’italiana. Pensate se si decidesse di riproporle in vecchio stile ancora oggi. Non metto in dubbio che siano divertenti e che ci possano essere prodotti di qualità, ma i loro contenuti potrebbero non sono compatibili con l’epoca attuale.
Non fraintendiamo però, a me piace City Hunter ma in effetti lo preferivo come era stato concepito all’inizio, dove lui svolgeva anche lavori da killer. Dopo un po’ trovo che questo genere di comicità con gag di questo stampo stufi, soprattutto se alla base non c’è un filone narrativo vero e proprio. Paradossalmente credo che i film funzionino di più dal punto di vista narrativo anche se la solfa è sempre quella.
Almeno il manga su Yamcha era corto, divertente e senza pretese.