Leggende Orientali – LA STORIA DI O-TEI
Leggenda dal Giappone
Tradotta da Dario55
LA STORIA DI O-TEI
Molto tempo fa nella città di Nigata, provincia di Echizen, viveva un uomo di nome Nagao Chosei.
Nagao era figlio di un medico e fu istruito nella professione del padre. Quando era ancora bambino fu promesso in sposo a una ragazza di nome O-Tei, figlia di un amico di suo padre, e le due famiglie avevano convenuto che le nozze sarebbero state celebrate non appena Nagao avesse terminato gli studi. Ma ben presto fu evidente che O-Tei era cagionevole di salute, e quando ebbe quindici anni fu colpita da una fatale forma di tubercolosi. Quando capì che avrebbe dovuto morire, fece chiamare Nagao per dirgli addio.
Quando lui si inginocchiò accanto a lei, gli disse:
«Nagao-Sama (1), mio fedele, siamo stati promessi l’uno all’altra fin dal tempo della nostra infanzia e avremmo dovuto sposarci alla fine di quest’anno. Ma adesso sto per morire: gli dei sanno cosa è meglio per noi. Se potessi vivere ancora qualche anno, procurerei solo preoccupazioni e angoscia a chi mi circonda. Con questo corpo fragile non sarei una buona moglie, e quindi anche solo desiderare di vivere sarebbe un desiderio molto egoista nei tuoi confronti. Sono rassegnata a morire e voglio che tu mi prometta di non essere triste. Inoltre, voglio dirti che penso che ci incontreremo di nuovo».
«Ci incontreremo di nuovo», fece eco Nagao serio. «E in quella Terra Pura (2) non ci sarà la sofferenza del distacco».
«No, no», rispose lei dolcemente. «Non intendevo la Terra Pura. Credo che siamo destinati a incontrarci di nuovo in questo mondo, anche se domani sarò sepolta».
Nagao la guardò con stupore e la vide sorridere della sua meraviglia. Poi lei continuò con la sua voce delicata e sognante:
«Sì, intendo in questo mondo, Nagao-Sama, nella tua vita attuale… naturalmente se tu lo desideri. Soltanto, perché ciò avvenga, devo rinascere bambina e crescere fino a diventare un donna adulta. Perciò dovrai aspettare. Quindici o sedici anni sono un periodo lungo, ma, sposo mio promesso, hai solo diciannove anni…».
Desideroso di addolcire i suoi ultimi momenti, Nagaro rispose con tenerezza:
«Aspettarti, mia promessa, sarà non meno una gioia che un dovere. Siamo promessi l’uno all’altra per la durata di sette esistenze».
«Ma non hai dubbi?», chiese lei osservandolo in volto.
«Mia adorata, il mio solo dubbio è se sarò capace di riconoscerti in un altro corpo, con un altro nome, se non puoi dirmi qualcosa o darmi un segno che mi potrà aiutare».
«Non posso farlo», rispose lei. «Solo gli dei e il Budda sanno come e dove ci incontreremo. Ma sono sicura, sicurissima che, se vorrai accogliermi, potrò ritornare da te… ricorda queste mie parole».
Smise di parlare, e i suoi occhi si chiusero. Era morta.
* * *
Nagao aveva nutrito un affetto sincero per O-Tei, e il suo dolore fu profondo. Aveva preparato una tavoletta funebre con il suo nome e la mise nel suo butsudan (3) davanti al quale ogni giorno collocava offerte.
Pensò moltissimo alle strane cose che O-Tei gli aveva detto poco prima di morire e, nella speranza di compiacere al suo spirito, scrisse una promessa solenne che l’avrebbe sposata se mai fosse tornata a lui in un altro corpo. Sigillò la promessa con il proprio sigillo e la collocò nel butsudan accanto alla tavoletta funebre di O-Tei.
Tuttavia, dal momento che Nagao era figlio unico, era necessario che si sposasse. Ben presto si trovò obbligato a cedere ai desideri della famiglia e ad accettare una moglie scelta dal padre.
Dopo il matrimonio continuò a collocare offerte davanti alla tavoletta di O-Tei e non smise mai di ricordarla con affetto. Ma un po’ alla volta l’immagine di lei sbiadì nella sua memoria, come un sogno difficile da ricordare. E gli anni passarono.
Durante questi anni molte disgrazie lo colpirono. Prima morirono i suoi genitori, poi la moglie e il suo unico figlio. E così rimase solo al mondo. Abbandonò la sua casa desolata e intraprese un lungo viaggio nella speranza di dimenticare i suoi dolori.
Un giorno, durante i suoi viaggi, giunse a Ikao, un villaggio di montagna tuttora celebre per le sorgenti termali e gli splendidi paesaggi dei dintorni. Nella locanda del villaggio in cui prese alloggio una ragazza venne ad aspettarlo. Non appena Nagao vide il suo volto, il cuore gli diede un balzo come mai gli era successo prima. Somigliava a O-Tei in un modo così straordinario, che Nagao si pizzicò per essere sicuro che non stava sognando.
Mentre andava e veniva, portando il fuoco e servendo da mangiare o riordinando la camera dell’ospite, tutti i suoi atteggiamenti e movimenti gli richiamavano la cara memoria della ragazza a cui era stato promesso nella sua gioventù.
Le parlò, e lei rispose con una voce delicata e cristallina, la cui dolcezza lo riportò alla tristezza di tempi lontani.
E così, molto meravigliato, la interrogò dicendo:
«O sorella maggiore (4), la tua somiglianza con una persona che ho conosciuto molto tempo fa è tale, che mi sono spaventato non appena sei entrata in questa stanza. Perdonami quindi se ti chiedo dove sei nata e come ti chiami».
Senza indugio e con la voce mai dimenticata della ragazza morta, lei rispose:
«Mi chiamo O-Tei, e tu sei Nagao Chosei di Echigo, il mio promesso sposo. Diciassette anni fa sono morta a Nigata: allora tu hai scritto la promessa di sposarmi se mai avessi fatto ritorno in questo mondo nel corpo di una donna, hai sigillato la promessa con il tuo sigillo e l’hai messa nel butsudan insieme alla tavoletta che recava scritto il mio nome. E per questo sono tornata».
Dopo aver pronunciato queste ultime parole, cadde svenuta.
Nagao la sposò, e il matrimonio fu felice. Tuttavia lei non ricordò mai più quello che aveva detto a Ikao rispondendo alle sue domande, e nemmeno poté ricordare qualcosa della sua precedente esistenza.
Il ricordo della vita precedente, che si era misteriosamente acceso al momento di quell’incontro, si era nuovamente oscurato e da allora non ritornò mai più.
FINE
Note
(1) “-sama” è un suffisso di cortesia unito ai nomi di persona.
(2) Termine buddista comuniemente usato per indicare il Regno dei Cieli.
(3) Tempio domestico buddista.
(4) Traduzione della forma giapponese con cui ci si rivolge alle giovani donne nubili.
Testo in: http://www.sacred-texts.com/shi/kwaidan/kwai04.htm
Immagine in: http://www.baxleystamps.com/litho/sr/kwaidan.shtml