Leggende Orientali – LA SCIMMIA ASTUTA E IL CINGHIALE

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Leggenda dal Giappone

Tradotta da Dario55

LA SCIMMIA ASTUTA E IL CINGHIALE

Moltissimo tempo fa viveva nella provincia di Shinshin in Giappone un ammaestratore di scimmie che si guadagnava da vivere girando con una scimmia e facendola esibire.
Una sera l’uomo tornò a casa di pessimo umore e disse alla moglie di far venire il macellaio la mattina seguente.
La donna fu molto sconcertata e chiese al marito:
«Perché vuoi che faccia venire il macellaio?»
«È inutile ormai portare ancora in giro quella scimmia. È troppo vecchia e dimentica i suoi giochi. Tutte le volte che me ne accorgo, la picchio con il mio bastone, ma non vuole ballare come si deve. Ormai è ora di venderla al macellaio e di ricavarne quello che posso. Non resta altro da fare».
La donna si sentì molto dispiaciuta per quel povero animale e pregò il marito di risparmiare la vita alla scimmia, ma tutte le preghiere furono inutili, l’uomo era deciso a venderla al macellaio.
La scimmia si trovava nella stanza accanto e aveva udito ogni parola della conversazione. Capì subito che stava per essere ammazzata e disse tra sé:
“Com’è crudele il mio padrone! L’ho servito fedelmente per anni, e invece di lasciarmi finire i miei giorni in pace e serenità, vuole farmi tagliare a pezzi dal macellaio, e il mio povero corpo sarà arrostito, stufato e mangiato. Povera me! Che devo fare? Idea! So che nel bosco qui vicino vive un cinghiale. Ho sentito parlare spesso della sua saggezza. Se vado da lui e gli dico in che guaio mi trovo, forse potrà consigliarmi. Proviamo!”
Non c’era tempo da perdere. La scimmia sgattaiolò fuori della casa e corse più in fretta che poteva verso il bosco per cercare il cinghiale. Lo trovò in casa e cominciò subito a raccontargli i suoi guai.

La scimmia e il cinghiale

«Mio buon signor Cinghiale, ho udito parlare della tua grande saggezza. Sono molto preoccupata, solo tu puoi aiutarmi. Sono invecchiata al servizio del mio padrone, e lui, poiché non sono più in grado di danzare come si deve, ha deciso di vendermi al macellaio. Cosa mi consigli di fare? Conosco bene la tua intelligenza!»
Il cinghiale si compiacque per quelle adulazioni e decise di aiutare la scimmia. Ci pensò su un momento, poi disse:
«Il tuo padrone ha un bambino?»
«Certo», disse la scimmia, «ha un bambino piccolo».
«Al mattino, quando la tua padrona comincia il lavoro quotidiano, lui dorme vicino alla porta, non è vero? Bene. Domattina presto andrò da quelle parti e quando arriverà l’occasione buona, prenderò il bambino e correrò via con lui».
«E perché?»
«Perché la madre si prenderà un terribile spavento, e prima che i tuoi padroni decidano cosa fare, tu m’inseguirai, salverai il bambino e lo riporterai a casa sano e salvo ai genitori, e quando arriverà il macellaio, vedrai se avranno ancora il coraggio di venderti».
La scimmia ringraziò ripetutamente il cinghiale e tornò a casa.
Com’è facile immaginare, non riuscì a dormire molto quella notte al pensiero dell’indomani. La sua vita dipendeva dal successo o meno del piano del cinghiale.
Fu la prima a svegliarsi, aspettando con ansia quello che sarebbe accaduto. Le sembrò che trascorresse un tempo infinito prima che la moglie del padrone si alzasse e facesse scorrere i pannelli per far entrare la luce del giorno.
Poi tutto andò come il cinghiale aveva previsto. La madre mise il bambino vicino alla veranda come al solito, mentre rassettava e preparava la colazione.
Il bimbo canticchiava contento nella luce del sole mattutino e dava dei colpetti sulla stuoia giocando con la luce e l’ombra. All’improvviso si sentì provenire un rumore dalla veranda e il bambino piangere forte. La madre corse fuori dalla cucina, ma fece solo in tempo a vedere il cinghiale scomparire attraverso il cancello con il bambino. Stese le mani con un acuto grido di disperazione e si precipitò nella stanza interna, dove il marito stava ancora dormendo della grossa.
Il marito si alzò a sedere lentamente e si sfregò gli occhi, chiedendosi perché la moglie stesse facendo tutto quel baccano. Intanto che l’uomo realizzava cosa era accaduto e i due uscivano dal cancello, il cinghiale era arrivato un bel po’ lontano, ma videro la scimmia che inseguiva il rapitore con tutta la velocità che le consentivano le sue gambe.
L’uomo e la donna furono pieni di ammirazione per il comportamento coraggioso della furba scimmia e la loro gratitudine non conobbe limiti quando riportò il bambino sano e salvo tra le loro braccia.
«Ecco!» disse la donna. «Questo è l’animale che vuoi ammazzare. Se non ci fosse stata la scimmia, avremmo perso il nostro bambino per sempre».
«Hai ragione, una volta tanto», disse l’uomo portando il bambino in casa. «Quando arriva il macellaio, rimandalo indietro, e adesso facciamo una bella colazione, e anche la scimmia».
Quando arrivò il macellaio, fu mandato via con l’ordinazione di un po’ di carne per la cena. La scimmia fu coccolata e visse il resto della vita in pace, senza che il padrone la picchiasse mai più.

FINE

Immagine tratta dal sito: http://www.gutenberg.org

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