leggende orientali – IL PREZIOSISSIMO DOCUMENTO DEL PRINCIPE HOSOKAWA
Leggenda dal Giappone
Tradotta da Dario55
ATTENZIONE: Leggenda che può mettere paura ai più piccini!
IL PREZIOSISSIMO DOCUMENTO DEL PRINCIPE HOSOKAWA
Alcuni secoli or sono abitava nelle terre degli Hosokawa una vedova con la figlia, una bella ragazza di diciassette anni che si chiamava Kazuye. Il padre di O Kazuye San era stato assassinato a tradimento circa sei mesi prima, e sia Kazuye che la madre avevano deciso di impiegare i propri beni e le loro stesse vite per assicurare i criminali alla giustizia. Nessuno le aiutò nei loro sforzi, ma spesero tutto il loro denaro, finché alla fine furono costrette a mendicare il cibo per strada. Un giorno dopo l’altro, tuttavia, continuavano a implorare nel tempio di essere aiutate e neppure una volta si persero d’animo né vennero meno nella loro decisione. O Kazuye diceva alla madre che se la buona sorte l’avesse favorita abbastanza da farle ottenere l’amore di un uomo, sarebbe stata disposta a sacrificare anche lui pur di avere vendetta.
Accadde un giorno che l’aspetto miserabile di Kazuye e della madre, che facevano ritorno come al solito per la preghiera al tempio, suscitò l’ilarità di un gruppo di giovinastri, che si misero a insultarle. Un samurai giovane e bello, Okawa Jomoyemon, capitò a passare da quelle parti. Estratta la spada, non gli ci volle molto per mettere in fuga quella marmaglia. Fatto questo, fece un leggero inchino e chiese chi aveva l’onore di servire.
O Kazuye rispose a nome della madre, e ben presto si accorse che quel bel giovane era proprio come quello che aveva desiderato ardentemente d’incontrare, tanto che s’innamorò e desiderò che la aiutasse a trovare gli assassini di suo padre. Perciò, con naturalezza, lo incoraggiò, e così anche lui, a sua volta, s’innamorò di lei. Nel frattempo un vecchio amico del padre di Kazuye che provava molta pena per lei le aveva trovato un lavoro presso il principe Hosokawa. Qui guadagnò tanto favore agli occhi del principe (ossia del Daimio, il titolo con cui erano chiamati al tempo), che le altre dame cominciarono a essere gelose.
Accadde che una sera Okawa, che ormai amava O Kazuye alla follia, malgrado in quel periodo facesse parte del seguito di un altro Daimio, sentì che doveva vederla a tutti i costi. Combinò un incontro segreto e infine si recò nella stanza di Kazuye. Lei, ancora piena di desideri di vendetta, colse al volo l’occasione per raccontare la sua storia e pregarlo di aiutarla.
Okawa, che era un autentico cavaliere errante, giurò che non avrebbe più parlato di amore, fino a quando non avesse scovato e ucciso gli assassini del padre di Kazuye. Aveva appena terminato di pronunciare il suo giuramento, quando una delle dame gelose (che era stata ad ascoltare) rivelò la sua presenza e corse fuori per dire tutto alla padrona.
Cosa bisognava fare? Okawa, che faceva parte del seguito di un altro, catturato nel palazzo mentre s’intratteneva in colloquio segreto con una delle dame d’onore di Hosokawa! Sarebbero stati certamente condannati a morte entrambi! O Kazuye non stette a pensarci molto. Nascose l’amante in un antico cofano per armature. Ma questo fu inutile. Fu immediatamente convocata alla presenza al Daimio, e la cassa per le armature fu portata anch’essa davanti a lui.
Il Daimio, terribilmente arrabbiato, ordinò che O Kazuye fosse uccisa. Allora parlò Okawa. Disse che lei non aveva alcuna responsabilità per quell’incontro segreto, che la colpa era tutta sua, e supplicò che gli fosse permesso di morire al posto di lei. Inoltre, raccontò tutta la storia della vita di Kazuye e rivelò che il più grande desiderio della sua vita era quello di vendicare la morte del padre.
Il Daimio fu molto colpito. Rendendo il giusto riconoscimento allo spirito cavalleresco di entrambi, prese Okawa al suo servizio personale e nello stesso tempo promise a entrambi di aiutarli nell’adempimento del loro scopo.
Lacrime di gratitudine scesero dagli occhi di Okawa, che giurò senza indugio di sacrificare la vita per Hosokawa non appena ne avesse avuto l’occasione.
Dopo che fu passato circa un anno, un grande incendio distrusse il palazzo. Fu così improvviso, che non si poté fare nulla. Il vento che soffiava sulle fiamme concesse alla gente appena il tempo di fuggire, senza che potessero portare via neppure i beni di famiglia.
Quando si furono tutti allontanati dalla massa ardente, all’improvviso il Daimio si ricordò che il suo documento di proprietà sarebbe andato distrutto e che un simile disastro sarebbe stato pericoloso per la sua famiglia. Rendendosi conto di questo, saltò giù da cavallo e stava per precipitarsi indietro a ricuperarlo, ma la gente del seguito lo trattenne, nel timore che morisse.
Okawa, udendo ciò, pensò contento che gli si presentava un’occasione per salvare il suo nuovo padrone e ricambiare la gentilezza che aveva dimostrato verso di lui e Kazuye. Si precipitò tra le fiamme e, aperto con la forza lo scrigno di ferro, afferrò i preziosi documenti. Ma poi si accorse che fuggire era impossibile. Il fuoco lo bloccava da ogni lato, e capì chiaramente che doveva essere bruciato insieme alle carte. In quel momento gli venne un pensiero. Anche se sarebbe bruciato, in qualche modo il suo corpo poteva salvare i documenti. Estratta la spada corta, si sventrò e s’infilò nello stomaco il rotolo di documenti. Poi si gettò sul pavimento in fiamme e morì Il fuoco arrivò. Il povero Okawa fu carbonizzato tanto da diventare irriconoscibile.
Quando l’incendio fu domato, il corpo fu ricuperato e all’interno del cadavere bruciato si trovò il rotolo di documenti macchiati di sangue su cui faceva affidamento la famiglia Hosokawa. D’allora in poi il documento è stato chiamato “Hosokawa no chi daruma” , “Il documento degli Hosokawa macchiato di sangue”.
NOTE
Testo originale e illustrazione in:
http://www.sacred-texts.com/shi/atfj/atfj13.htm