leggende Orientali – IL BROCCATO MAGICO

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Leggenda dalla Cina

Tradotta da Dario55

IL BROCCATO MAGICO

Un tempo in Cina vivevano una vecchia vedova e suo figlio, Chen. La vedova era nota ovunque per i broccati che tesseva sul suo telaio. Intrecciando nella stoffa fili di argento, oro e seta colorata, creava immagini di fiori, uccelli e animali, così realistiche da sembrare quasi vive. La gente diceva che non c’erano broccati più splendidi di quelli tessuti dalla vedova.
Un giorno la vedova portò al mercato una grande quantità di broccati, che in breve furono tutti venduti. Poi cominciò a fare acquisti per le necessità della casa.
Improvvisamente si fermò.
«Oh!»
Le era caduto lo sguardo su un bel rotolo dipinto, appeso in una delle bancarelle. Raffigurava uno splendido palazzo, tutto rosso e giallo e verde e blu, che accarezzava dolcemente il cielo. Tutto intorno c’erano giardini di sogno, e in essi passeggiavano fanciulle della più rara bellezza.
«Ti piace?» chiese il padrone della bancarella. «È un dipinto del Palazzo del Sole. Si dice che sorga lontanissimo a oriente e che sia la dimora di molte fanciulle magiche».
«È meraviglioso», disse la vedova con un fremito e un sospiro. «Mi fa desiderare di essere lì».
Malgrado costasse quasi tutto il suo denaro, la vedova non poté resistere e acquistò il rotolo. Quando fu tornata a casa, lo mostrò al figlio.
«Guarda, Chen. Hai mai visto qualcosa di più bello? Quanto mi piacerebbe vivere in questo palazzo, o almeno visitarlo!»
Chen la guardò pensieroso.
«Madre», disse, «perché non tessi la pittura in un broccato? Sarebbe quasi come trovarsi lì».
«Ma certo, Chen, che splendida idea! Comincio subito».

MagicBrocadeSedette al telaio e cominciò a filare. Lavorò per ore, poi per giorni, poi per settimane, fermandosi appena per mangiare o dormire. Aveva gli occhi iniettati di sangue e le dita spelate.
«Madre», disse Chen preoccupato, «non potresti riposare un po’?».
«Oh, Chen, è così difficile fermarsi. Mentre filo, mi sembra di essere là, nel Palazzo del Sole. E non voglio andar via!»
Dal momento che la vedova non filava più broccati per venderli, Chen tagliava legna da ardere e la vendeva al posto dei broccati. I mesi passavano, mentre un centimetro dopo l’altro il disegno appariva sul telaio.
Un giorno Chen tornò a casa e trovò il telaio vuoto e la madre in lacrime.
«Che è successo, madre?» chiese allarmato.
Lei lo guardò piangendo: «L’ho finito».
Il broccato era disteso sul pavimento. E c’era tutto: il palazzo che arrivava fino al cielo, gli splendidi giardini, le graziose fanciulle magiche.
«Sembra così reale», disse Chen con meraviglia. «Mi sembra come se ci potessi entrare!»
Proprio in quel momento un vento improvviso e impetuoso attraversò la casa. Sollevò il broccato, lo soffiò fuori dalla finestra e lo trasportò attraverso l’aria. La vedova e il figlio uscirono, ma poterono solo vedere il broccato scomparire a oriente.
«Se n’è andato!» gridò la vedova e cadde svenuta.
Chen la portò a letto e sedette vicino a lei per molte ore. Alla fine lei aprì gli occhi.
«Chen», disse debolmente, «devi ritrovare il broccato e portarlo indietro. Non posso vivere senza di lui».
«Non temere, madre. Vado immediatamente».
Chen raccolse un po’ di cose e partì verso oriente. Camminò per ore, poi per giorni, poi per settimane. Ma non c’era traccia del broccato.
Un giorno, Chen giunse a una capanna solitaria. Presso la porta sedeva una vecchia dalla pelle simile a cuoio, fumando una pipa. Lì vicino pascolava un cavallo.
«Salve, mio caro», disse la donna. «Cosa ti conduce così lontano da casa?»
«Sto cercando il broccato di mia madre. Il vento l’ha portato via verso oriente».
«Ah, sì», disse la donna. «Il broccato del Palazzo del Sole! Sappi che quel vento è stato mandato dalle fanciulle magiche del palazzo. Stanno usando il broccato come modello per filare».
«Ma mia madre morirà senza di esso!»
«Allora la cosa migliore è che lo riporti indietro! Ma non potrai andare a piedi fino al Palazzo del Sole, è meglio che tu ci vada cavalcando il mio cavallo. Ti mostrerà il cammino».
«Grazie!» disse Chen.
«Non ringraziarmi, mio caro. Prima di arrivare dovrai attraversare le fiamme della Montagna Fiammeggiante. Se emetterai un solo lamento, sarai ridotto in cenere. Poi dovrai attraversare il Mare Ghiacciato. Alla minima parola di malcontento diventerai solido ghiaccio. Desideri ancora andare?»
«Devo riportare il broccato a mia madre».
«Bravo, ragazzo. Prendi il cavallo e vai».
Chen saltò sul cavallo, che partì al galoppo. Non molto dopo giunsero a un monte completamente infuocato. Senza arretrare di un passo, il cavallo partì su per il pendio, slanciandosi attraverso le fiamme. Chen sentì il fuoco bruciargli la pelle, ma serrò le labbra e non emise un suono.
Infine discese dall’altro versante. Quando si furono lasciati le fiamme alle spalle, Chen notò con sorpresa che le bruciature erano scomparse.
Poco più tardi, arrivarono a un mare pieno di grandi lastre di ghiaccio. Senza fermarsi un attimo, il cavallo cominciò a saltare da un banco di ghiaccio all’altro. Le onde li bagnavano di spruzzi d’acqua, così che Chen era fradicio e scosso da brividi. Ma trattenne la lingua e non pronunciò una sola parola.
Infine raggiunsero la spiaggia lontana. Di colpo Chen si sentì asciutto e caldo.
Non passò molto tempo che arrivarono al Palazzo del Sole. Era identico a quello sul broccato della madre!
Cavalcò fino all’ingresso, saltò giù da cavallo e si affrettò a entrare in una enorme sala. Sedute ai telai c’erano dozzine di fanciulle magiche, che si girarono a guardarlo e poi sussurrarono animatamente fra loro. Su ciascun telaio c’era una copia del broccato di sua madre, e il broccato stesso era appeso al centro della stanza.
Una fanciulla vicino alla porta si alzò dal telaio per andargli incontro.
«Mi chiamo Li-en e ti do il benvenuto. Sei il primo mortale che abbia mai raggiunto il nostro palazzo. Qual buon vento ti porta qui?»
La fanciulla era così bella che per un attimo Chen riuscì solo a guardarla. Li-en guardava in basso un po’ timorosa.
«Dolce signora, sono venuto per il broccato di mia madre».
«Dunque tu sei il figlio della vedova!» disse Li-en. «Quanto ammiriamo quel broccato! Nessuna di noi è stata capace di riprodurlo. Desideriamo tenerlo qui finché ci riusciremo»
«Ma io devo riportarlo a casa, altrimenti mia madre morirà!»
Li-en lo guardò preoccupata e un turbine di mormorii si diffuse per la stanza. Si allontanò per parlare a bassa voce con alcune delle altre, poi tornò da Chen.
«Non lasceremo certamente che questo accada. Lasciaci solo tenere il broccato per il resto del giorno, così possiamo cercare di finire i nostri. Domani potrai portarlo via con te».
«Grazie, dolce signora» disse Chen.
Le fanciulle magiche lavorarono alacremente per terminare i loro broccati. Chen sedeva accanto al telaio di Li-en. Mentre tesseva, le raccontava la sua vita nel mondo degli essere umani, e lei gli parlava della sua al Palazzo del Sole. Intanto si scambiavano molti sorrisi e sguardi.
Quando cadde l’oscurità, le fanciulle magiche lavorarono alla luce di una perla magica. Alla fine Chen non riuscì più a tenere gli occhi aperti e cadde addormentato sulla sedia.
Una dopo l’altra le fanciulle terminarono o smisero di lavorare e uscirono dalla sala. Li-en fu l’ultima, ed era quasi l’alba quando fu pronta. Tagliò il broccato dal telaio e lo portò accanto a quello della vedova.
Sospirò.
«Il mio è bello, ma quello della vedova è ancora pià bello. Se solo potesse venire qui e insegnarci come si fa.»
Allora Li-en ebbe un’idea. Con ago e filo ricamò una piccola immagine sul broccato della vedova: un’immagine che la ritraeva sui gradini del palazzo. Mormorò sottovoce una formula magica. Poi uscì dalla sala con un ultimo sguardo sorridente in direzione di Chen.
Quando Chen si svegliò, il sole stava appena sorgendo. Guardò tutto intorno alla sala cercando Li-en, ma non vide nessuno. Anche se desiderava moltissimo trovarla per dirle addio, disse tra sé: “Non devo perdere un istante”.
Arrotolò il broccato della madre, si affrettò fuori della sala e saltò a cavallo. Ripercorse la strada del ritorno attraverso il Mare Ghiacciato e sulla Montagna Fiammeggiante.
Quando arrivò alla casa della vecchia, lei se ne stava in piedi ad aspettarlo davanti alla porta.
«Presto, Chen! Tua madre sta morendo! Indossa queste scarpe o non arriverai mai in tempo».
Chen indossò le scarpe. Un passo, due, tre, poi stava correndo per la campagna più veloce di quanto avrebbe mai creduto possibile. In men che non si dica, fu a casa.
Si precipitò nella capanna e trovò la vedova a letto, pallida e silenziosa.
«Madre!»
I suoi occhi si aprirono lentamente.
«Chen?»
«Madre, te l’ho portato». Srotolò il broccato sul letto.
«Il mio broccato!» La vedova si alzò per guardarlo. Il colorito tornò sul suo viso e sembrava già più in forze.
«Chen, ho bisogno di più luce. Fammelo portare fuori».
Il figlio la aiutò a uscire dalla capanna e sistemò il broccato su una roccia. Ma proprio allora si levò un vento improvviso, e il broccato si sollevò lentamente in aria. Man mano che saliva, si distendeva, diventando sempre più largo, finché riempì completamente la loro visuale. Il palazzo era grande quanto Chen l’aveva visto e, in piedi sui gradini, c’era la fanciulla magica Li-en.
Li-en stava chiamando con le mani.
«Presto!» esortò. «Finché il vento soffia ancora! Entrate nel broccato!»
Per un attimo Chen fu troppo sbalordito per muoversi. Poi afferrò il braccio della madre, e avanzarono insieme. Ci fu uno scintillio, ed ecco che si trovarono di fronte al Palazzo del Sole.
Li-en corse verso di loro, e le altre fanciulle si raccolsero intorno.
«Benvenuta, onorevole signora», disse. «Se a te non dispiace, vorremmo che tu vivessi qui con noi e ci insegnassi i segreti della tua arte».
«Nulla mi farebbe più piacere!» esclamò la vedova. «Ma, Chen, questo per te va bene?»
Chen guardò negli occhi di Li-en e sorrise.
«Sì, madre, per me sarebbe meraviglioso».
E così la vedova divenne la maestra delle fanciulle, e Chen divenne marito di Li-en. E la gente disse che non c’erano broccati più splendidi di quelli tessuti al Palazzo del Sole.

FINE

Testo originale in: http://www.aaronshep.com/stories/056.html
Illustrazione in: http://www.aaronshep.com/books/MagicBrocade.html

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