Leggende Orientali – FORTUNA DI BUCCIA DI RISO E FORTUNA DI RISO

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Leggenda dal Giappone

A cura di Sori

FORTUNA DI BUCCIA DI RISO E FORTUNA DI RISO

C’era una volta una donna che aveva una figlia di nome “Fortuna di Buccia di Riso” (“Nukafuku”). Quando la madre morì, la figlia rimase sola.
Il padre si risposò con un’altra donna, la quale gli diede ben presto una bambina che venne chiamata “Fortuna di Riso” (“Kumefuku”).
Fortuna di Buccia di Riso era amabile e molto graziosa, mentre Fortuna di Riso era brutta. La matrigna odiava Fortuna di Buccia di Riso e pensava “se non ci fosse di mezzo Fortuna di Buccia di Riso, Fortuna di Riso potrebbe essere l’erede della famiglia”. Parlava sempre male della sua figliastra, e Fortuna di Buccia di Riso doveva sbucciare il riso, pulire le stanze e compiere tutti i più miseri lavori di casa. Fortuna di Riso, invece, poteva fare tutto ciò che le pareva e vedeva esaudito ogni suo desiderio.
Il giorno di una ricorrenza in cui si teneva una gran festa, la madre disse a Fortuna di Buccia di Riso “io vado alla festa con Fortuna di Riso. Tu sbucci il riso, lo lavi nell’acqua e prepari da mangiare. Se poi ti avanza un po’ di tempo, puoi venire anche tu alla festa.” Se ne andò, pensando che la figliastra non sarebbe stata in grado di sbrigare tutte quelle faccende.
Fortuna di Buccia di Riso rispose obbediente “Si”, ma poi andò sul monte dietro casa e pianse lacrime amare. Quando, a mezzogiorno, volle mangiare qualcosa, trovò che sua madre le aveva lasciato rape e neanche un po’ di riso.
“Devo mangiare roba simile e per giunta lavorare” pensò, e buttò in acqua quel cibo tanto disgustoso. L’acqua si colorò improvvisamente di blu e di rosso. Poi ne uscì una figura.
“Aiuto!” esclamò la fanciulla, fuggendo lontano. “Non spaventarti, cara Fortuna di Buccia di Riso! Sono io, tua mamma!” E in effetti,quell’ essere era la sua defunta madre. “Non crucciarti tanto per il lavoro. Devi obbedire alla matrigna. E devi anche essere gentile con Fortuna di Riso!”. Soggiunse poi “Ti do una ricompensa. Questo è un martelletto magico. Se pronunci il nome di qualcosa che vorresti avere e picchi al tempo stesso con il martelletto, il tuo desiderio verrà esaudito”. La fanciulla ne fu assai contenta, e la madre scomparve. La fanciulla stava per apprestarsi a sbucciare il riso e al lavarlo nell’acqua, quando passarono da lei tre sue amiche, che dissero “Cara Fortuna di Buccia di Riso! Noi vogliamo andare alla festa. Tua madre e Fortuna di Riso sono lì fin da stamattina.”
“Non posso venire. Devo sbucciare e lavare il riso.”
“Ti aiutiamo noi!”
“Sul serio? Allora aiutatemi! Vi darò in cambio qualcosa.” Le amiche l’aiutarono e ben presto avevano sbrigato tutti i lavori.
“Che cosa vorresti avere?” chiese Fortuna di Buccia di Riso a una delle amiche. Questa rispose “ho si un vestito,ma non ho una cintura.”
“Vorresti una cintura quindi. E tu?”
“Io non ho sandali di legno. Anzi,per la verità ne ho, ma non di belli”
“E tu?” La terza fanciulla rispose “io non ho neanche un vestito.”
“Va bene! Allora,un vestito! Un paio di sandali di legno! Una cintura!” disse Fortuna di Buccia di Riso picchiando a queste parole il martelletto magico. In un batter d’occhi, tutte le sue richieste furono esaudite. Le amiche ricevettero i doni come segno di ringraziamento e ne furono assai felici. Andarono poi a casa a prepararsi per la festa. Intanto Fortuna di Buccia di Riso picchiò il martelletto magico, esclamando “un bel vestito per me!”. Ed ecco che in un battibaleno ricevette un vestito, non eccezionalmente bello, ma neanche brutto, un vestito normale, quindi. La fanciulla l’indossò e si recò alla festa. Lì c’era talmente tanta gente che anche il figlio del principe vi poteva partecipare in incognito. Fortuna di Riso disse alla madre “Mamma! Guarda là, mia sorella!”
“Come potrebbe essere qui? Avrà iniziato adesso a lavare il riso. Non viene. Su,mangiamo qualcosa di buono” disse la madre.
“Dovremo portare qualcosa anche a mia sorella” disse la figlia. Al che la madre rispose “non importa, anche se non riceve nulla”. La figlia ribadì “sembra proprio mia sorella”
“No! Non ha neppure un vestito. Come sarebbe riuscita a venire qui ugualmente?”
“Ma era insieme alle sue amiche!”
“No, non può essere venuta. In questo momento sta lavando il riso.”
La figliastra, invece, si trovava proprio alla festa.Tornò a casa un po’ prima e si comportò come se nulla fosse accaduto. Trascorsero così diversi giorni. Ed ecco che un giorno giunsero alcuni uomini con una portantina e chiesero alla madre “Lei ha una figlia di nome Fortuna di Buccia di Riso?”
“Si. Che cos’ha fatto?” chiese la madre.
“Il figlio del principe ha conosciuto alla festa una fanciulla di nome Fortuna di Buccia di Riso che gli è piaciuta molto. Siccome vorrebbe sposarla, noi siamo venuti qui per portarla da lui.”
“Ah. Non ho nulla in contrario e ve la do volentieri. Portatela subito via” disse la madre, che era contenta di sbarazzarsi della figliastra.
Fortuna di Riso, vedendo la sorella andare via in portantina e non avendo mai visto a sua volta nulla di simile, diventò verde dall’invidia e da allora incominciò a chiedere tutti i giorni “Mamma! Voglio essere portata anch’io in portantina!”
“Non c’è proprio niente da fare” disse infine la madre; fece quindi sistemare Fortuna di Riso in una cassa e la trainò poi intorno ad uno stagno e sulla strada.
“Non è bella come la portantina di mia sorella”. La madre voleva tanto bene alla figlia da costruirle una cassa molto simile e da portarla poi in giro. Per un malaugurato incidente, però, la cassa si ribaltò e cadde in un fiume. Fortuna di Riso gridò “Aiuto! Presto! Presto!”. Ma la madre non riuscì a correre abbastanza in fretta. La figlia non ce la fece a salvarsi e finì per morire.
Così la fanciulla che aveva lavorato alacremente divenne la sposa del principe, mentre quella che era sempre stata solo viziata dalla madre cadde in acqua e perì.

FINE

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