le frasi più belle – CYBERPUNK 2077
Per aggiungere una citazione da questa opera, inseriscila come commento qua sotto. Avvisa se ci sono spoiler!
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«Nessuno avrebbe mai immaginato che proprio io potessi diventare un corporativo. “Meglio pagarselo da soli, lo stipendio”, diceva sempre mio padre. Faceva il fornitore di merci per la ricostruzione della città dopo la guerra. Guadagnava bene. Sembrava che niente potesse smentirlo. Ma poi la ricostruzione di Night City è finita e la domanda di merci è crollata. Gli eddie sono diminuiti e poi sono finiti. Un sacco di gente ha perso il lavoro, intere ditte hanno chiuso i battenti. Qualcuno ha tentato la fortuna con i nomadi, ma la maggior parte della gente è rimasta in città. Arroyo, Rancho Coronado, quelle fogne. Avevo visto come vivevano, per poi vivere quello che avevo visto. Un giorno me ne sono andato senza più voltarmi indietro. Quello alla Militech è il miglior lavoro che ho avuto da allora. Pago le bollette regolarmente, porto a casa la pagnotta… qualche volta perfino carne vera! Non siamo più negli anni 2030… Bisogna stare al passo con i tempi.»
” ‘Raccontami qualcosa di te?’ Sul serio, Ziggy? Perché non mi dici TU qualcosa di ME? Sono un libro aperto. Letteralmente, puoi leggere tutto di me nella mia autobiografia, non che voglia farmi spudoratamente pubblicità. Comunque, OK, parliamo di Ruth Dzeng. Il mio biglietto da visita dice Conduttrice di show di satira politica; niente virgolette su nessuna di queste parole, per favore. Gli adorabili pazzoidi che guardano la mia trasmissione impazziscono quando sparo a zero sulla politica. Mi adorano. E non mi rompono mai le palle, nemmeno se fumo come una ciminiera. È una cattiva abitudine? Certo. Ma sempre meglio il cancro ai polmoni che farsi di Morte nera, diventare cyberpsicopatici e crepare ammazzati dalla Max-Tac. O peggio, smettere con ogni vizio. Ugh. Gli imbecilli salutisti pensano che vivranno per sempre. Volete un’infoflash? A meno che non abbiate abbastanza eddie che vi escono dalle chiappe per “assicurare la vostra anima”, credo proprio che finirete anche voi al colombario insieme a tutti noi. In ogni caso, ci vediamo alla prossima puntata, Night City!”
“Siamo tutti connessi all’universo, con i nostri corpi, le nostre anime e i nostri sensi. Riconosciamo il mondo tanto quanto il mondo riconosce noi. Si può vedere tutto il mondo in un granello di sabbia, eppure molti di noi hanno scelto di chiudere gli occhi e di ignorare i propri sensi, interrompendo il legame spirituale con esso. Ci siamo allontanati dall’universo, come un uccellino appena nato che perde di vista il suo stormo. Ma tutto a questo mondo ha uno scopo, anche la nostra deviazione. Attraverso la separazione, siamo destinati a sviluppare legami più saldi in futuro. Un fragile virgulto spezzato dal vento fa in modo che cresca un ramo più robusto. La cenere dell’erba bruciata nutre un prato più sano la primavera successiva. È per questo che, anche intrappolati in giungle di cemento, desideriamo l’abbondanza della natura. È per questo che, anche se viviamo in un’epoca di costante connessione sociale, ci sentiamo sempre più soli. È per questo che stiamo avendo questa conversazione. Tu hai percepito questa disconnessione e io sono qui per aiutarti.”
“La curiosità è sempre stata la mia più grande motivazione. Sin da ragazzina, ho sempre fatto mille domande. Tutte le domande possibili. Potevo osservare uno scarafaggio per ore intere mentre correva in giro, per capire cosa lo spingesse, come prendesse le sue decisioni. Era affascinante. Ma sono un essere umano, anch’io a volte faccio fatica. Qualche anno fa, sono stata selezionata da Biotechnica per dirigere uno dei più importanti progetti di ricerca: quel ruolo mi permetteva di sfruttare la mia naturale curiosità per lavorare a uno scopo più alto, ma la sfida era troppo grande, troppo faticosa. Non riuscivo a dormire. Pillole e booster non servivano a niente. Ero sull’orlo di un esaurimento nervoso, ma poi al mio team si è unita la dottoressa Cuno. Che talento, che fonte di ispirazione! Ricordo con affetto i giorni della nostra collaborazione, e la penso spesso. Mi ispiro alle persone come lei per adattarmi a un ambiente competitivo e dinamico come quello di Biotechnica, in cui affrontiamo una battaglia sanitaria senza precedenti.”
“La vita mi ha insegnato molte cose importanti. ‘Mai uscire con mercenari o nomadi’. Questa mi è rimasta ben impressa in mente. Le relazioni con loro sono destinate a fallire. Ho avuto una storia con un mercenario. Per un po’ di tempo, andava tutto alla grande. Era premuroso, mi sembrava che gli importasse molto di me. Mi ha anche trovato un bel banchetto in un’ottima posizione al mercato Cherry blossom. “Per dimostrarti quanto tengo a te, bimba”, mi disse. Un vero tesoro, no? Già, è quello che pensavo anch’io, finché un giorno non è scomparso improvvisamente dalla mia vita. Nessun addio, niente spiegazioni. Puff, così da un momento all’altro. Il suo corpo starà probabilmente marcendo in qualche fosso. E i nomadi? Non sono molto diversi. Ricordo una tipella nomade che usciva con un punk dai capelli rossi. Passavano un sacco di tempo vicino al mio banchetto. A quei due idioti piacevano gli alberi olografici qui intorno, l’atmosfera del mercato. Si facevano un sacco di selfie, gli piaceva mettersi in mostra e si comportavano come se fossero la coppia più bella del mondo. Di norma ignoro le coppiette di piccioncini come loro, ma non si vede tutti i giorni una pollastra nomade che slinguazza con uno di una banda. Per settimane sembravano super innamorati, ma poi all’improvviso ho visto il punk seduto da solo su una panchina. La ragazza doveva averlo mollato o, più probabilmente, l’avranno fatta fuori durante un incarico. Te l’ho detto, queste cose sono destinate a fallire”.