film – LE RICETTE DELLA SIGNORA TOKU (An) – di Naomi Kawase
A cura di Carlo
SCHEDA
Titolo originale: An – あん
Genere: film – drammatico, cucina
Paese: Giappone
Durata: 113 minuti
Anno di uscita: 2015
Rating: 13+ (pubblico maturo)
Soggetto: Durian Sukegawa (romanzo)
Regista e Sceneggiatura: Naomi Kawase
Produzione: Comme des Cinemás, Kumie, Mam, Nagoya Broadcasting Network
Titolo in Italia: Le ricette della signora Toku
Uscita italiana: il 10 dicembre 2015 in Italia nei cinema, poi successivamente in home video
Trasmissione: in streaming sulla tv online Prime Video
TRAMA
Sentaro è il gestore di un baracchino di dorayaki, costretto a fare un lavoro che non vuole, per poter ripagare i proprietari del negozio dei debiti che ha contratto con loro. Inoltre l’uomo non ama i dolci e non riesce a preparare la marmellata an (o anko), ripieno tradizionale dei dorayaki, usando quindi quella confezionata per “uso professionale”.
La vita di Sentaro sembra dunque monotona e sofferente, e la sua unica amica è una giovane studentessa di terza media di nome Wakana.
Il lavoro è stancante, al punto che l’uomo decide di assumere un assistente che lo aiuti. Durante la fioritura dei ciliegi, un’anziana signora di nome Toku si offre per quel posto, ma inizialmente Sentaro rifiuta data l’età avanzata della donna. Ma dopo aver assaggiato la marmellata an della donna, Sentaro ritorna sulle sue decisione e l’assume.
Grazie all’aiuto di Toku, Sentaro impara a cucinare una buona marmellata an, imparando a sentire e a rispettare i fagioli rossi, trattandoli con delicatezza. E grazie a ciò i dorayaki del negozio diventano presto famosi.
Anche la vita di Sentaro e di Wakana (che ha problemi con la madre) sembrano giovare dall’incontro con la volenterosa e compassionevole vecchietta.
Tuttavia la donna ha un segreto: le sue dita sono rovinate dal fatto che da giovane contrasse la lebbra, malattia che ha portato (fino al 1996) all’isolamento completo dei malati dal resto della società nipponica, e tutt’ora lei continua a vivere in una sanatorio insieme ad altre persone che (seppur non contagiose) hanno il corpo rovinato dalla malattia.
Quando la voce sulle condizioni dell’assistente si diffonde, i clienti del piccolo chiosco cominciano sempre di più a rarefarsi…
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CAST E DOPPIATORI
Personaggio – Attore – Doppiatore italiano
Toku – Kirin Kiki – Graziella Polesinanti
Sentaro – Masatoshi Nagase – Alessio Cigliano
Wakana – Kyara Uchid – Margherita De Risi
Proprietaria del negozio – Miyoko Asada – Francesca D’Amato
Yoshiko (amica di Toku) – Etsuko Ichihara – Lorenza Biella
Ormai è passato quasi un anno da quando ho visto questo film. Che dire? Un film cosiddetto “d’essai”, che non può fare a meno di commuoverti via via che la storia prosegue.
Toku (pronunciato Tokù) è una donna dotata di immensa compassione, saggezza, pazienza ma anche forza (cosa che mi ricorda delle persone che ho veramente conosciuto) e attraverso il suo modo di cucinare insegna a Sentaro anche un modo diverso di affrontare la vita, andando oltre la tristezza che proviamo in quel momento.
Il film poi ci permette di conoscere uno dei lati oscuri del Giappone, forse più oscuro della yakuza al punto che non ho mai visto un anime o un fumetto “per un pubblico maturo” parlarne: la segregazione di esseri umani a causa di una malattia, sebbene non siano più contagiosi. Gente che ha avuto una vita rovinata non una, ma ben due volte, venendo nascosti e segregati perché considerati “imbarazzanti”, “strani”, “diversi” in una società come quella nipponica dove “armonia”, “onore” e “rispettabilità” sono tutto.
Lo consiglio? Sì! Se amate il Giappone dovete vederlo assolutamente, non per imparare ad odiarlo ma per approfondirne la conoscenza e avere con lui una relazione “matura”. Lo consiglio perché questo film col suo finale agro-dolce ci da un bellissimo messaggio di speranza, libertà e di non arrendersi mai.