censure anime – I danni che ho subito per la censura
ATTENZIONE: l’intera sezione “Censure” non è aggiornata da molto tempo ma, negli anni passati, è stata la sezione del sito più visitata e discussa. Non ho voluto modificarla, come testimonianza di come si è evoluta l’animazione giapponese in Italia, ma nel leggerla si tenga presente che ora molte cose sono cambiate, e dell’età degli articoli presenti. Grazie ai tanti che hanno contribuito con passione alla discussione delle censure, e grazie anche a voi che questo fenomeno non è più diffuso.
I danni che ho subito per la censura
Lettera a cura di Chiara.
“Buongiorno, volevo raccontarvi la mia esperienza sui danni che hanno prodotto sulla mia psiche infantile alcuni cartoni animati giapponesi.
Premetto che ho 33 anni, ormai la fase è superata, ma solo ora con la coscienza da adulta riesco a capire in pieno le violenze e i traumi che ho subito!
Io appartengo alla generazione delle Candy Candy e Robot vari, che andavano in onda su piccole emittenti, prima ancora che nascesse Mediaset. Mia madre guardava sempre i cartoni con me.
Bene, io a vedere i mostri che schiacciavano le persone o Lady Oscar che moriva con il suo amato, o finanche minime scene erotiche (molto soft) come in Georgie o in Lady Oscar, non ho fatto una piega. Per me, abituata da sempre alle favole dei fratelli Grimm, era chiarissima la distinzione fra finzione e realtà, il sesso non era cosa che mi preoccupasse (non avevo malizia, quindi come potevo sconvolgermi davanti a un nudo? Anche io al mare ero nuda!), e sapevo che la morte era del tutto finta e i mostri non esistevano, così come non esistevano le streghe delle favole.
Poi qualcosa è cambiato. Crebbi, e dai 10-11 anni in poi, mia madre mi lasciò guardare i cartoni da sola. Solo che succedevano cose strane: c’erano salti temporali che non riuscivo a capire, dialoghi che non riuscivo a seguire, del tutto privi di logica, con personaggi che dimostravano di conoscere gente mai vista prima, o al contrario ignoravano fatti successi cinque minuti prima.
E io, creatura giovane ma razionale, mi lambiccavo il cervello per capirci qualcosa, registravo le puntate e ossessivamente le riguardavo per cercare quei particolari che sicuramente mi erano sfuggiti e mi avrebbero chiarito quei misteri. Ma niente, non trovavo nulla. Mi rifiutavo di pensare che gli adulti si fossero sbagliati nel disegnare o scrivere la storia, e così cominciai a credere che io non ero abbastanza intelligente, che c’erano cose strane e misteriose che io non potevo capire.
Fu un periodo brutto, di insicurezze e perdita di fiducia nei punti fermi della vita, nella logica che mi diceva che esisteva sempre una regola di causa-effetto, che il prima viene sempre del dopo, che se uno ha in mano una ciotola non può dire che sta leggendo un libro e così via, ma tutto questo nei cartoni non c’era!!!
Era come trovarsi in un sogno da svegli, tutto strano e deforme, tutto senza logica a cui ero abituata, ovvero… un incubo! Non ne parlai a casa perché credevo fosse un problema mio, non dei cartoni.
Solo ora, leggendo alcuni articoli su internet, scopro che da un certo punto in poi, quando i programmi per bambini approdarono alle reti principali, intervenne la censura per non turbare le nostre giovani menti. Solo che la censura si mise a tagliare scene e a ritradurre dialoghi senza preoccuparsi di mantenere un filo logico narrativo e coerente!!!
Ora capisco la mia logica che si ribellava, ora capisco perché non ci capivo niente, ora capisco che non ero io la stupida… MA SOLO ORA!!!!! Ma vi rendete conto? Negli anni più formativi della mia vita sono stata privata delle certezze più basilari, ovvero che a un inizio deve corrispondere una fine, che una cosa che viene dopo non può essere conosciuta da chi c’è prima, insomma i concetti fondamentali per ogni essere umano: il senso del tempo e i rapporti di causa-effetto, azione e reazione! O forse mi si voleva insegnare la teoria della relatività anzitempo? Ma io non la volevo! Volevo una cosa lineare che potevo seguire e capire!
Pensate che c’era una serie trasmessa per poco, censurata per ben della metà (infatti non ci capivo niente) e che poi sparì e non fu più trasmessa. Beh, la cosa mi aveva talmente shoccato, era rimasta così misteriosa per me, che anni dopo mi chiesi se fosse realmente esistita o se me l’ero solo immaginata! Ma vi rendete conto???? E sapete perché fu censurata? Perché “Alpen Rose” raccontava di una storia d’amore ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, e si riteneva l’ambientazione troppo cruda. Macchissenefrega!!! Io all’epoca adoravo i film come La Grande Fuga! (quello con Steve McQueen, ambientato in un campo di prigionia tedesco). Beh, io per La Grande Fuga non rimasi traumatizzata, ma per un cartone dalla storia incomprensibile (FU DIMEZZATO!!! SENZA ATTENZIONE ALLA CONSEQUENZIALITÀ’ DELLA NARRAZIONE!!!) e poi scomparso nel nulla, i miei problemi invece li ho avuti!
A me della violenza o del sesso, che ho comunque visto prima che la censura si accorgesse dei cartoni, non importava nulla. Sono oggi una persona che ripudia la violenza, sana di valori ed equilibrata nel suo rapporto con la sessualità, ve l’assicuro. Non sono quelli i traumi che ho subito. Ma chi mi ripagherà, del senso di insicurezza in me stessa e nelle mie capacità di analisi, che mi ha accompagnata negli anni più formativi? QUELLI SONO TRAUMI!!!
I bambini chiedono una sola cosa: punti fermi. Se hanno certezze e fiducia nelle loro capacità sono in grado di affrontare qualunque sofferenza.
Piuttosto idiota secondo me proteggerli dalla violenza di un cartone quando poi potrebbero vedere il proprio genitore messo sotto da una macchina, no?
Non è meglio dargli i mezzi per affrontare sia la violenza dei cartoni che quella della vita? Bene, meno male che io poi avevo genitori fantastici che mi rassicuravano su quanto fosssi in gamba e hanno salvaguardato la fiducia che avevo in me stessa, ma se fosse stato solo per i cartoni censurati io sarei andata nel pallone più totale e non so come sarei oggi.
Grazie per l’attenzione e vi prego riflettete: chi vi scrive non è una mamma ma una figlia, cresciuta, ma sempre figlia e che ben ricorda cosa si prova a essere bambini e adolescenti.
Grazie
Chiara”
(Note finali: La lettera in questione è stata realmente spedita dall’autrice all’associazione di genitori Moige, che però non ha mai risposto).
Ah aggiungo poi in merito a ciò che ha scritto Chiara… è proprio vero, le censure sono nocive! Ma scusate, ma è peggio se un bambino vede del sangue rosso, come gli sarà capitato di vedere chissà quante volte tra ginocchia sbucciate e denti caduti, o del sangue marrone o nero!?
Infatti io mi domando sinceramente con quale logica operino questi censori, davvero incomprensibile.
Alle tv spesso e volentieri non interessa fare un operazione culturale ma meramente commerciale, tanto che io farei una sorta di legge che impedisca di stravolgere a tal modo un’opera, perchè come un film o un libro o un pezzo d’arte visiva o un brano musicale anche i cartoni animati sono opere ed è per me lesivo dell’espressione creativa dell’autore tutto ciò che viene fatto agli anime.
Chi imbratterebbe la tela di un dipinto? Solo un pazzo, che verrebbe poi portato a fare una bella visita psichiatrica; così deve valere anche per gli anime.
Poi chiederei ad associazioni come il MOIGE di preoccuparsi dei maltrattamenti sui bambini e cose di questo tipo invece di dimostrare la loro ignoranza e incapacità in tali questioni.
Se un prodotto non è adatto ad una fascia d’età, non glielo proponi stravolgendolo, lo proponi per la giusta fascia d’età all’orario adeguato con i giusti avvertimenti, come fa Rai4 o come faceva (in parte) MTV.