censure anime – Anni ’90: il caso Ken – seconda parte
Anni ’90 – il caso Ken – seconda parte
Articolo a cura di Kojiro
Uattààà a tutti (si nota che finiremo di parlare di Ken il Guerriero? :-D) come va? Concludiamo queste mese il processo-Kenshiro dando parlo alla difesa e ai giudizi finali… l’udienza è (ri)aperta!
Rai… di tutto e di più!
Ci eravamo lasciati con la scoperta che i lanciatori dal cavalcavia leggevano e giocavano a “Ken il Guerriero” (a proposito ma come diavolo si farà a giocare a Ken? mah…n.d. Kojiro) e le conseguenti prime reazioni dell’opinione pubblica. Ebbene oltre alle discussioni sulla carta stampata il caso Ken arrivò addirittura sulla RAI!
In una trasmissione condotta da Michele Santoro venne infatti a galla questo aspetto della tragedia, questo “personaggio di un fumetto giapponese che lanciava sassi per uccidere le persone“, come dichiarato da uno dei giornalisti presenti al dibattito. Ovviamente per chi non avesse mai visto Ken segnalo che il Maestro della Scuola di Hokuto non si è mai sognato di lanciare pietre (anche perché non ne avrebbe neanche avuto bisogno…) né di incitare a farlo.
Oltre a qualche battutina, scontata, sulla violenza dei cartoni giapponesi, con tanto di citazione dei soliti Goldrake e Mazzinga (rigorosamente con 2 zeta…) la discussione fu trattata con tale passione che anche chi non era della RAI ma lavorava in televisione decise di prendere provvedimenti.
Un avvocato difensore…. tanti avvocati difensori!
Eh già, perché l’intera discussione sulla RAI aveva un problema… quasi nessuno sapeva chi fosse questo misterioso e pericoloso Kenshiro!
Come avevamo visto infatti Ken era passato esclusivamente sulle reti private regionali, che a quel punto si trovarono nella situazione di dover scegliere cosa fare… Continuare trasmetterlo o no? Secondo voi cosa scelsero? Bravi, ovviamente no, ma la storia aveva in serbo qualche colpo di scena!
Una piccola rete toscana, Rete 37, decise infatti la soppressione dell’anime dal palinsesto… scusandosi addirittura del “colpevole ritardo” di tale decisione…. Ma all’improvviso successe qualcosa: centinaia di ragazzi subissano il centralino di Rete 37 chiedendo a gran voce il ritorno di Ken! Apriti cielo… non si era mai visto niente di simile!
Abituati a trattare i propri giovani spettatori come delle stordite pecorelle, i responsabili di Rete37 (e delle altre televisioni in generale) rimasero completamente spiazzati… le pecorelle si ribellavano!
Imputato Ken si alzi!
Il caso fece infatti abbastanza rumore da far decidere alla Rai che in fondo di Ken si poteva ancora parlare… e stavolta si decise di farlo a “Uno Mattina”, trasmissione dove venne invitato il Direttore di Rete 37, tale Isler, il prof. Bartolini, un affermato pedagogista rettore della cattedra all’Università di Bologna, e la sig.ra D’Amato, Sociologa della Sapienza di Roma e consulente del Ministero degli Affari Sociali.
Ora fin dall’inizio sembrava che il direttore Isler e il conduttore della trasmissione (pardon, non ricordo chi fosse nd Kojiro) avessero ben chiaro cosa dire… e cioè quanto fosse pericoloso Ken e quanto fossero belli i cartoni che passavano sulla Rai… specie i Disney!
In una situazione come questa e visto anche i miei articoli precedenti pensereste che il pedagogo e la sociologa si sarebbero accodati alle critiche e che la discussione sarebbe finita subito presto, ed invece…
La giuria dichiara l’imputato…
Siamo arrivati alla fine del processo: da una parte giornalisti e responsabili televisivi, dall’altro gli appassionati. Per non essere troppo di parte, visto che sono anche io un appassionato della animazione giapponese, il giudizio finale lo lascio questa volta ai due esperti di cui riporto le dichiarazioni finali:
*Prof. Bartolini: “Personalmente non credo che un cartone animato, per quanto violento, possa essere responsabile di un induzione alla violenza, nel senso che un ragazzo riesce a leggere molto bene nel cartone animato la finzone della violenza, specie negli anime giapponesi (li definì correttamente “anime” nd Kojiro-ammirato!) che sono caratterizzati da una sorta di estetica dell’eccesso e del paradosso”
* Prof.sa D’Amato: “Io conosco Ken il Guerriero e sarei stata tra coloro che non l’avrebbero eliminato, perchè Ken è ancora uno di quei pochi cartoni che non inducono alla noia. Perchè? Perchè succede sempre qualcosa e alla fine comunque il buono vince, ne più ne meno che nelle favole con le quali tutti noi siamo cresciuti”
Insomma Ken fu inaspettatamente assolto, ma la cosa più importante fu che per la prima volta una protesta “seria” e civile di un gruppo di fans aveva almeno scosso le acque… e questo fu da dimostrazione per altre situazioni che vedremo nei prossimi anni.
Un saluto dal vostro “reporter dall’Aula Giudiziaria”
Kojiro