Censure anime – Anni ’90 – 3° parte
Anni ’90 – 3° parte
Articolo a cura di Kojiro.
Buongiorno (anzi Buonmese) a tutti come va? Piaciuta la sorpresa del finale del processo dell’articolo scorso? Non ve l’aspettavate l’assoluzione vero? Ebbene sì, ogni tanto anche i verdetti possono essere giusti ma, proprio ispirati da Ken, è oramai è tempo di passare ad altro, e precisamente ad una data precisa… non proprio da segnare sui calendari, ma che un appassionato di manga e anime (e che voglia sapere come si è sparsa la voce sulle censure ) deve conoscere perchè da lì in fondo è nato tutto… e precisamente:
Novembre 1990, in qualche edicola italiana
Tra un Topolino, un Tex, un Diabolik (e un comics USA se avevate taaanta fortuna…), fa capolino un nuovo fumetto edito da una misteriosa casa editrice, la Granata Press.
Copertina gialla, prezzo di 3.500 lire, e un personaggio di un cartone giapponese in copertina (Ken, neanche a farlo apposta… visto, come detto nei mesi scorsi, su qualche sperduta rete locale in alcune regioni).
Ladies and Gentleman, ecco a voi “Zero” la prima rivista di manga in Italia! Non è il primo manga in assoluto (il primato spetta ad “Akira” di Katsuhiro Otomo edito dal 1989 dalla Glenat Press, ma “filtrato” dalla versione USA), ma è la prima rivista-contenitore che, oltre ai fumetti, (insieme a “Ken il guerriero” appare anche “Xenon” di Masaomi Kanzaki e, dal numero 2, “Baoh” di Hiroiko Araki) dà la possibilità a chi ci lavora di dare con continuità (è in tiratura mensile, cosa che non erano le prime fanzine che nascevano in quel periodo) le prime informazioni sul mondo dei manga degli anime… e su cosa fosse davvero il mondo delle censure!
Si informa il gentile pubblico…
Zero, almeno all’inizio, non può però affrontare troppo il discorso “Anime in Italia”: il prodotto è nuovissimo, il pubblico ancora scarso e i Kappa Boys (ebbene sì… i curatori della rivista sono proprio i quattro ragazzi che si occuparono per anni della casa editrice Star Comics, e ora della Ronin Manga) hanno davvero poche pagine per dare questo tipo di informazioni (i manga DEVONO farla da padrone), ma tra un editoriale e una news apparvero frasi del tipo “edizione integrale” o “speriamo che in Italia non venga massacrato” riferito a vari anime, che incuriosivano chi li leggeva e che cercava poi di informarsi sulla cosa (ricordatevi sempre… nel 1990 internet non esisteva neanche nei sogni dei migliori scrittori di fantascienza!).
Ma se Zero avesse fallito nelle vendite, i dubbi e queste curiosità sarebbero rimaste irrisolte… Ma come, nel processo del mese scorso, il lieto fine arrivò (vien da pensare che il vecchio Ken abbia davvero le Stelle dell’Orsa Maggiore a proteggerlo in effetti…)
Piccoli Manga crescono!
Eh già… i ragazzi della fumetterie e delle poche edicole che ne avevano saputo l’esistenza a Zero ci si affezionarono davvero… a tal punto che Luigi Bernardi, proprietario della Granata Press, fu “costretto” a regalare agli appassionati una seconda rivista-contenitore: “Mangazine” (sempre curata dai Kappa Boys) con tre fumetti nuovi di zecca: “Lamù” di Rumiko Takahashi, “Mai” di Kazuya Kudo e “Kamui” di Sanpei Shirato.
Oltre a questi tre manga però Mangazine si fa notare per una importante differenza: mentre in Zero i manga in pratica occupano la totalità della rivista, in Mangazine una consistente parte delle pagine è dedicata a dossier, editoriali e commenti vari.
Ad esempio nel primo numero oltre ad una bella Lamù in copertina (e la cosa aiuta a far avvicinare anche chi non è interessato a manga violenti come quelli di Zero…) appare uno spettacolare dossier di 7 pagine sui I Cavalieri dello Zodiaco (l’anime più “in” in quell’anno) che informa tutti, me compreso, dell’esistenza di quattro film e che l’edizione italiana, per quanto di alto livello, non è del tutto esente da peccatucci; e lo stesso dicasi di “Occhi di Gatto”, altro anime trattato sempre sul numero 1 con uno speciale di 4 pagine (dove si parla anche di un misterioso, fino ad allora, “City Hunter”) che invece, specie dalla seconda serie, di tagli ne aveva avuti a bizzeffe!
A proposito con il numero 1 di Mangazine correva l’anno 1991 (aprile).
Piccola specifica di Kojiro
Ok chiedo innanzitutto scusa a tutti, ma rubo un attimo di attenzione per una piccola specificazione:
– Mari mi tiene segregato in una cella a scriver… NO SCHERZO!!! MARI METTI GIU’ IL MARTELLONE DI KAORI!!! No, a parte battute, so che in questo articolo ho parlato poco di censure vere e proprie, ma volevo far conoscere un pò della storia dei manga (e degli anime, di cui parleremo la prossima volta) perchè la cosa che più caratterizza gli anni ’90 è che gli appassionati si informano, si confrontano, e creano un vero e proprio “mercato parallelo e alternativo” alla semplice trasmissione dei cartoni (sempre più censurati come vedremo…) in TV.
Insomma, so di essere stato un pò costretto a fare da prof di storia, ma se adesso si va in fumetteria e si sceglie tra decine e decine di manga e di DVD e BLURAY (negli anni 90 c’erano invece solo le vecchie VHS e parleremo anche di quello) da qualche parte si doveva pur sempre aver iniziato no?
Allora ci vediamo il mese prossimo con qualche doveroso sviluppo sui manga e sull’arrivo in videocassetta dei primi anime davvero integrali in Italia… peccato fossero a pagamento!