leggende Orientali – LE AVVENTURE DI TRAGULO

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Racconto popolare, Malesia.

Tradotta da Dario55

Le avventure di Tràgulo (1)

1. Tràgulo e Tigre

Son piccolo ed astuto,
E te ne accorgerai.
Prova fin che ti pare,
Ma non mi acchiapperai!

Tràgulo cantava questa sua canzone e camminava attraverso la foresta. Era alla ricerca di frutta saporita, radici e germogli.
Anche se era piccolo, non aveva paura. Sapeva bene che molti grossi animali volevano mangiarselo. Ma prima avrebbero dovuto acchiapparlo!
A un certo punto udì qualcosa. Grrrr!!! Era Tigre!
«Salve, Tràgulo. Mi stava giusto venendo fame. Così adesso potrai farmi da pranzo».
Tràgulo non aveva nessuna intenzione di fare da pranzo. Si guardò intorno pensando in fretta. Vide una pozzanghera fangosa.
«Spiacente, Tigre, non posso proprio farti da pranzo. Il Re mi ha ordinato di fare la guardia al suo budino».
«Il suo budino?» disse Tigre.
«Sì, questo», e indicò la pozzanghera fangosa. «Ha il miglior sapore del mondo, e il re vuole che nessuno lo assaggi».
Tigre guardò la pozzanghera con occhi bramosi.
«Mi piacerebbe tanto assaggiare il budino del Re!» disse.
«No, Tigre! Assolutamente no! Il Re s’infurierebbe moltissimo».
«Solo un assaggino piccolo piccolo, Tràgulo! Il Re non se ne accorgerebbe nemmeno».
«E va bene, Tigre. Ma prima lascia che io scappi il più lontano possibile, così nessuno mi punirà».
«D’accorto, Tràgulo, scappa pure».
Tràgulo corse via velocemente e sparì alla vista.
«Pensa un po’», disse Tigre. «Il budino del Re».
Se ne riempì la bocca e… puah! Lo sputò subito fuori.
«Puah! Bleah! Che schifo! Questo non è budino! È fango!»
Tigre attraversò di corsa la foresta. Grrrr!!! E acchiappò Tràgulo.
«Tràgulo, sei riuscito a imbrogliarmi, ma adesso sarai il mio pranzo!»
Tràgulo si guardò intorno pensando in fretta. Vide un nido di vespe dentro un albero.
«Spiacente, Tigre, non posso proprio farti da pranzo. Il Re mi ha ordinato di fare la guardia al suo tamburo».
«Il suo tamburo?» disse Tigre.
«Sì, questo», e indicò il nido di vespe. «Ha il suono più bello del mondo, e il re vuole che nessuno lo suoni».
Tigre disse:
«Mi piacerebbe suonare il tamburo del Re».
«No, Tigre! Assolutamente no! Il Re s’infurierebbe moltissimo».
«Solo un colpetto piccolo piccolo, Tràgulo! Il Re non se ne accorgerebbe nemmeno».
«E va bene, Tigre. Ma prima lascia che io scappi il più lontano possibile, così nessuno mi punirà».
«D’accordo, Tràgulo, scappa pure».
Tràgulo corse via velocemente e sparì alla vista.
«Pensa un po’», disse Tigre. «Il tamburo del Re»
Si avvicinò e lo percosse. Bang. Bzzzzzzzzzzzzz. Tutte le vespe uscirono e cominciarono a pungere Tigre.
«Ahi! Ahi! Ohi! Questo non è un tamburo! È un nido di vespe!»
Tigre corse via, ma le vespe l’inseguirono! Bzzzzzzzzzzzzz.
«Ahi! Ahi! Ohi!»
Tigre raggiunse un torrente, Ci saltò dentro — splash! — e rimase sott’acqua il più a lungo possibile. Infine le vespe se ne andarono.
Allora Tigre saltò fuori. Grrrr!!! Corse attraverso la foresta fino a quando trovò Tràgulo.
«Tràgulo, sei riuscito a imbrogliarmi una volta, mi hai imbrogliato due volte, ma adesso sarai il mio pranzo!»
Tràgulo si guardò intorno pensando in fretta. E vide un cobra! L’enorme serpente dormiva attorcigliato al suolo.
«Spiacente, Tigre, non posso proprio farti da pranzo. Il Re mi ha ordinato di fare la guardia alla sua cintura».
«La sua cintura?» disse Tigre.
«Sì, questa», e indicò il cobra. «È la migliore cintura del mondo, e il re vuole che nessuno la indossi».
Tigre disse:
«Mi piacerebbe indossare la cintura del Re».
«No, Tigre! Il Re s’infurierebbe moltissimo».
«Solo per un attimo, Tràgulo! Il Re non se ne accorgerebbe nemmeno».
«E va bene, Tigre. Ma prima lascia che io scappi il più lontano possibile, così nessuno mi punirà».
«D’accorto, Tràgulo, scappa pure».
Tràgulo corse via velocemente e sparì alla vista.
«Pensa un po’», disse Tigre. «La cintura del Re»
E cominciò ad avvolgerla intorno al corpo.
Il cobra si svegliò. Ssssssssssssss. E non aspettò che Tigre finisse di avvolgerlo. Fu lui ad avvolgersi intorno a Tigre. Poi lo strinse e lo morse. Sstt!
«Ahi! Ahi! Ohi! Questa non è una cintura! È un cobra! Aiuto! Tràgulo! Aiuto!»
Ma Tràgulo era ormai lontano e mentre si allontanava, cantava la sua canzone.

Son piccolo ed astuto,
E te ne accorgerai.
Prova fin che ti pare,
Ma non mi acchiapperai!

2. Tràgulo e Coccodrillo

Un giorno, Tràgulo camminava lungo il fiume. Voleva trovare qualcosa da bere. Ma ecco che vide Coccodrillo che nuotava sotto l’acqua desideroso di mangiarselo.
Tràgulo ebbe un’idea. Disse ad alta voce:
«Sono curioso di sapere se l’acqua è calda. Metterò dentro la zampa e vedrò se è così».
Ma Tràgulo non ci mise la zampa. Invece prese un bastone in bocca e infilò nell’acqua una delle estremità.
Chomp! Coccodrillo afferrò il bastone e lo trascinò sott’acqua.
Tràgulo rise.
«Sciocco Coccodrillo! Non sai distinguere un bastone da una zampa?»
E corse via per bere da un’altra parte!
* * *
Un altro giorno, Tràgulo camminava lungo il fiume. Vide un tronco che galleggiava. Ma riconobbe Coccodrillo che nuotava fingendo di essere un tronco.
Tràgulo ebbe un’idea. Disse ad alta voce:
«Se questo tronco fosse davvero Coccodrillo, non parlerebbe. Ma se è davvero Coccodrillo, mi rivolgerà la parola».
Coccodrillo ascoltò. Una voce dura e selvaggia disse:
«A dir la verità, sono davvero un tronco».
Tràgulo rise.
«Sciocco Coccodrillo! Cosa credi? Che un tronco sappia parlare?»
E corse via di nuovo!
* * *
Un altro giorno, Tràgulo voleva fare una passeggiata lungo il fiume. Aveva voglia di mangiare frutti gustosi, radici e germogli sull’altra riva. Ma non voleva che Coccodrillo fosse lui a mangiarlo per primo!
Tràgulo ebbe un’idea. Cominciò a chiamare:
«Coccodrillo!»
Coccodrillo sbucò dall’acqua.
«Salve, Tràgulo. Sei venuto a farmi da colazione?”
«Non oggi, Coccodrillo. Ho ricevuto un ordine dal Re. Vuole che conti tutti i coccodrilli».
«Il Re» disse Coccodrillo, «ti ha dato questo ordine?»
«Sì, e tu devi attraversare da questa sponda del fiume fino all’altra sponda».
Coccodrillo prese tutti i suoi amici e la famiglia. E attraversò il fiume. Tràgulo saltò sulla schiena di Coccodrillo.
«Uno!»
Poi saltò sul coccodrillo successivo.
«Due!».
E sul successivo.
«Tre!»
E continuò a saltare fino a quando saltò sull’altro lato del fiume.
«Quanti ce ne sono?» chiese Coccodrillo.
«Più che a sufficienza» disse Tràgulo. «E tutti sciocchi!»
E se ne andò cantando la sua canzone.

Son piccolo ed astuto,
E te ne accorgerai.
Prova fin che ti pare,
Ma non mi acchiapperai!

3. Tràgulo e Contadino

A Tràgulo piaceva mangiare frutti, radici e germogli nella foresta. Ma gli piacevano anche altre cose.
Gli piacevano le verdure nell’orto di Contadino.
Un giorno, Tràgulo uscì dal margine della foresta.
Guardò le verdure allineate una dietro l’altra.
«Mmmm», disse Tràgulo. «Che succosi cetrioli! Gnam! Gnam!»
E si avviò nell’orto.
Snap! «Ohi!»
La sua zampa fu afferrata in una trappola! Tràgulo tirava e tirava. Ma non riusciva a liberarsi.
«No!» disse. «Contadino mi mangerà per cena!»
Poi vide arrivare Contadino. Tràgulo pensò in fretta. Si sdraiò al suolo e irrigidì il suo corpo.
«Bene, bene», disse Contadino. «Guarda un po’ cosa ho preso. Tràgulo! Ma sembra morto».
Contadino lo spinse con il piede. Tràgulo non si mosse.
«Forse è morto da parecchio», disse Contadino. «Peccato! Mi sa che non potrò mangiarlo».
Tirò fuori dalla trappola la zampa di Tràgulo. Poi lo ributtò indietro nella foresta.
Tràgulo atterrò con un morbido “plop!”. Quindi saltò in piedi e corse via. Dietro di lui udì Contadino strillare.
«Ehi! mi hai imbrogliato!»
Tràgulo rise.
«Contadino è furbo. Ma Tràgulo è più furbo!»
* * *
Passarono alcuni giorni. Tràgulo continuava a pensare a tutte quelle verdure. Un giorno, Tràgulo tornò al margine della foresta.
«Mmmm», disse Tràgulo. «Zucche gustose! Deliziose patate dolci!»
Poi vide qualcosa di nuovo. Sembrava un uomo, Ma la testa era una noce di cocco e il corpo era di gomma.
«Uno spaventapasseri!» disse Tràgulo. «Quello sciocco contadino pensa di spaventarmi con quello? Gli farò vedere io quanto sono spaventato!»
Tràgulo si avvicinò allo spaventapasseri.
«Prendi questo!»
E gli diede un gran calcio.
Ma la sua zampa rimase imprigionata nello spaventapasseri. Lo spaventapasseri era coperto di linfa appiccicosa dell’albero della gomma!
«Lasciami andare!» disse Tràgulo.
Tirò e tirò. Poi spinse con l’altra zampa anteriore.
E anche quella rimase incollata.
«Lasciami libero!»
Tirò e tirò. Poi spinse con le due zampe posteriori.
E si appiccicarono anche quelle.
«Mettimi giù!»
Tirò e spinse e tirò e spinse. Ma era intrappolato.
Allora vide arrivare Contadino. Tràgulo pensò in fretta. Ma non gli veniva nessuna idea!
«Bene bene», disse Contadino. «Sei stato gentile a tornare indietro».
Liberò Tràgulo dallo spaventapasseri e se lo portò a casa. Lo mise fuori in una stia per polli vuota.
«Stanotte lo terrò chiuso qui», disse Contadino. «E domani mi farà da pranzo».
Per tutta la notte Tràgulo non riuscì a dormire. Non voleva diventare un pranzo! Quando sorse il sole, Tràgulo era ancora disteso tristemente là dentro.
A un certo punto udì qualcosa.
«Caspita, è Tràgulo! Finalmente Contadino è riuscito ad acchiapparti. Ti sta proprio bene!»
Era il cane di contadino. Tràgulo pensò in fretta.
«Che stai dicendo, Cane? Contadino non mi ha catturato».
«E allora perché sei chiuso nella stia?» disse Cane.
«Perché in casa non ci sono abbastanza letti. Vedi, domani Contadino darà una grande festa. E io sono l’ospite d’onore».
«L’ospite d’onore?» disse Cane. «Questo non è giusto! Io sono stato il suo amico fedele per tanti anni, tu invece sei solo un ladro. L’ospite d’onore dovrei essere io!»
«Sai una cosa, Cane? Hai ragione. Perché non vieni tu al mio posto? Così, quando Contadino ti vedrà, sarai tu l’ospite d’onore»
«Davvero?» disse Cane. «E a te non dispiace?»
«Assolutamente no», disse Tràgulo. «Te lo meriti».
«Tràgulo, dopotutto non sei tanto cattivo. Grazie!»
Cane fece scorrere il chiavistello e aprì lo sportello.
«Benvenuto, Cane. Goditi la festa».
Tràgulo corse in direzione della foresta. Poi guardò dal margine della foresta e vide Contadino uscire di case e guardare Cane. Poi udì Contadino strillare.
«Stupido cane! Hai lasciato scappare Tràgulo!»
Tràgulo rise.
«Contadino, adesso dovrai trovarti un altro pranzo!»
E se ne andò cantando la sua canzone.

Son piccolo ed astuto,
E te ne accorgerai.
Prova fin che ti pare,
Ma non mi acchiapperai!

FINE

tragulo1

1 Tràgulo: http://it.wikipedia.org/wiki/Tragulidae

Testo originale in: http://www.aaronshep.com/stories/R01.html
Illustrazione in: http://www.pirainfo.com.br/portal/universo-animal-curiosidades/111-universo-animal/curiosidades/2212-tràgulo.html

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