speciali – LA STRANA STORIA DI ROBOTECH
ROBOTECH (Macross, Southern Cross, Mospeada)
LA STRANA STORIA DI ROBOTECH
Articolo a cura di Kojiro
In uno degli articoli sulla storia della censura in Italia avevo fatto un breve accenno ad un anime, Robotech, che aveva avuto la curiosa caratteristica di essere stato coinvolto nel più complicato caso di “arrangiamento” della storia. Non me ne ero soffermato molto un po’ per la complessità della storia, un po’ per il fatto che non si era davanti né a censure né ad adattamenti veri e propri, ma a qualcosa di abbastanza diverso… un caso unico nel suo genere! Comunque su suggerimento ( =ordine perentorio :-p) di Mari (che è curiosa di sapere tutta la storia..) abbiamo deciso di farne uno “special”… la storia è complicata ma dategli un occhiata, la merita!
Partiamo da un facile concetto base… l’anime “Robotech” NON ESISTE!
La sfida dei Valkirie
Nel 1982 l’animazione di fantascienza giapponese viene travolta da un nuovo titolo, “Choji Kudasai Macross” (“Macross, la fortezza colossale”). Ideata e disegnata da un grandissimo character designer, Haruiko Mikimoto (il cui tratto ne diventerà il simbolo), e prodotta da uno dei “grandi vecchi” dell’animazione giapponese, Ippei Kuri, la serie Macross, anche se con soli 36 episodi, riuscì a far breccia nel cuore degli appassionati orfani di Gundam (a cui Macross deve l’impostazione “realistica” della storia) aggiungendoci un ottimo mecha-design (particolare fondamentale in questo tipo di storie) ad opera di Masaharu Kawamori (di cui i magnifici Valkirie rappresentano la più geniale invenzione) e soprattutto l’inserimento di un personaggio, Lynn Minmay, primo vero esempio di “Idol” virtuale della storia. Lynn infatti, oltre ad essere in pratica il fulcro della storia dell’anime, rappresenterà per i suoi produttori una miniera d’oro uguale, se non maggiore, della vendita dei giocattoli con una creazione impressionate di merchandising dedicata a lei.
Ovvio che questo successo (anche economico) producesse un buon numero di altri anime “ispirati” a Macross e facesse “drizzare le antenne” anche al di là del Pacifico… e qui negli USA infatti che inizia la “Leggenda di Robotech”.
Bello ma breve…
Per chi abbia buona memoria potrebbe ricordarsi che in effetti nel passaggio televisivo italiano (che per inciso sarà quello Made in USA ovviamente…) appariva il marchio della misteriosa “Harmony Gold”.
Questa casa produttrice americana aveva infatti previsto che la serie Macross potesse avere un grande successo anche fuori dai confini nipponici, e ne aveva pertanto predisposto lo sbarco in forze sul mercato statunitense (stipulando anche pre-accordi con i produttori di giocattoli coinvolti): c’era tuttavia un grandissimo ostacolo da superare… per le abitudini e i palinsesti americani una serie di 36 episodi era decisamente troppo corta! (ricordo a tal proposito che, come da noi, in America i cartoni andavano in onda ogni giorno, e non ogni settimana come in Giappone, quindi Macross sarebbe durato poco più di un mese…).
La Harmony si trovò quindi di fronte ad una scelta, o rinunciare al progetto Macross perchè gli spettatori non avrebbero fatto in tempo ad affezionarcisi (e quindi a comprarne i giocattoli) oppure… renderla più lunga! Impossibile? Mica tanto…
Siano ringraziati i cloni…
I responsabili della Harmony avevano quindi un alternativa… o sequestrare Mikimoto e l’intero staff di Macross rinchiudendoli in un ranch dello Utah e obbligandoli a creare un “Macross 2” (cosa che in effetti Mikimoto farà uno decennio dopo… ma senza doversi muovere dal Giappone!) oppure sfruttare l’immenso mercato degli anime in Giappone per cercare qualcosa di “simile” a Macross da “attaccare”, per così dire, a quest’ultimo per creare un unica saga…
Insomma, per fare un esempio, prendete il primo episodio di Guerre Stellari, aggiungeteci un film a scelta di quelli di Star Trek e chiudete il tutto con un Indipendence Day arrangiando i dialoghi dei film per farne un unica storia… chiaro il concetto no? Attori e registi diversi, storie diverse tra loro, ambientazioni diverse ma con alcuni luoghi comuni (fantascienza, alieni, battaglie) utili per essere messi in unico calderone…
Signori e signore ecco a voi come nacque Robotech!
Furono infatti identificate altre due serie giapponesi “Choji Kukidan Southern Cross” (“Southern Cross, le imponenti truppe corazzate”) e “Kiko Soseki Mospeada” (“Mospeada, gli arrampicatori della genesi”) entrambe velatamente ispirate a Macross come spesso accade in Giappone (pensate solo ai cloni successivi di Evangelion o di Saint Seiya ad esempio), e quindi adatte allo scopo.
Il peggio sta nel mezzo…
Come numero di episodi adesso c’eravamo: Macross (36), Souhern Cross (23) e Mospeada (25), totale 84 (quando negli Usa una serie media era di circa 70 episodi); c’era quindi solo da adattare le storie dei tre anime. L’ordine scelto fu quello appena accennato… cosa che provoca già la prima curiosità in quanto come anni di produzione Mospeada (1983) veniva prima di Southern Cross (1984); comunque alla povera Southern Cross toccò di sicuro il destino peggiore….
Come ogni “figlio di mezzo” che si rispetti dovette infatti piegarsi ai voleri dei “fratelli”: nello specifico infatti, fatto salva l’intoccabilità di Macross sia in quanto serie iniziale che come serie “traino” l’anime finale, Mospeada, era di sicuro più simile a Macross, sia come character design (palesemente ispirato a quello di Mikimoto), che come mecha design, anche se qui si usavano moto corazzate la cui tecnologia fu fatta derivare dai Valkirie di Macross (assolutamente no… ovviamente!). Inoltre in Mospeada vi era anche un personaggio, Yellow, deciso a diventare Idol… come Lynn Minmay ovviamente!
Tornando a Southern Cross era ovvio che una serie “centrale” sarebbe stato quella sulla quale sarebbe stato necessario lavorarci di più in quanto il suo compito sarebbe stato esclusivamente rendere il più “fluida” possibile la storia. Se a questo si aggiunge che anche in Giappone delle tre Southern Cross è di sicuro l’anime più scadente, ecco apparire una triste fine!
Presa l’abitudine…
La Harmony Gold a quel punto non si fermò: il marchio Robotech era andato alla grande negli USA, ed era già stato esportato con grande successo in Europa (Italia compresa ovviamente) e bisognava sfruttarlo il più possibile… tuttavia il problema era sempre quello!
Assodato che di nuove serie giapponesi di Macross non se ne sarebbe parlato fino agli anni ’90 (ricordo a tal proposito, che uscirono poi “Macross7Trash” e lo spettacolare “Macross Plus“) per creare altro “materiale Robotech” bastava ricorrere al solito sistema.
Ecco quindi apparire per il mercato dell’Home Video due “Robotech – The Movie”: il primo un semplice riassunto a spezzoni degli episodi (e fin qui…), il secondo utilizzando per intero uno splendido film di animazione giapponese “Megazone 23“, la cui unica “colpa” fu di essere un anime di fantascienza disegnato da Mikimoto! A quel punto bastò riadattare i dialoghi per renderli compatibili all’universo Robotech e aggiungere qua e la spezzoni delle serie televisive, specie di Southern Cross (una specie di regalo tardivo a quella povera serie…).
Dato che però Megazone 23 non aveva un finale netto (come spesso accade negli anime) furono scritturati APPOSITAMENTE gli animatori di Megazone per creare gli ultimi 10 minuti di animazione… inventando di sana pianta un finale all’inizio mai esistito! (anche se questo strano Megazone-Robotech passò anche nelle sale giapponesi in inglese con sottotitoli in giapponese).
Considerazioni finali
In fondo quelli della Harmony non fecero altro che mettere in pratica uno dei nostri sogni da bambini… un’unica storia prendendo spunto da tante piccole storie, mescolando ed inventandosi tutto allegramente.
Se a questo aggiungete che, grazie a questo, i suddetti signori stanno ancora probabilmente crogiolandosi al sole delle Hawaii, c’è da invidiarli no? Sperando che non gli venga mai idea di unire alle spiagge di Honolulu quelle di Okinawa… in fondo sempre sabbia è no? :-)!
– cover di Robotech (immagine fatta dalla Harmony Gold con i vari personaggi presi dalla 3 serie originali) –