Censure anime – Anni ’90 – 5° parte

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Anni ’90 – 5° parte

Articolo a cura di Kojiro.

Da grandi prezzi derivano grandi vantaggi…

Vi ricordate? Nell’articolo scorso avevamo iniziato a parlare dell’arrivo degli anime integrali in videocassetta, dei lati positivi del fenomeno ma anche di quelli negativi… cioè costi spesso proibitivi e difficoltà a reperirle.
Avevo tuttavia accennato al fatto che dietro a questi aspetti si sarebbero nascoste delle conseguenze interessanti, sia per la diffusione del fenomeno anime-manga in Italia che, di riflesso, sulla conoscenza delle censure… andiamo a vedere come!

I predatori della VHS perduta!

Per esperienza diretta, ma anche per aver parlato con amiche e amici sparsi qua e là in Italia, è risultato che un punto fondamentale di quel periodo è che, poichè tale materiale era spesso introvabile, si organizzassero delle vere e proprie spedizioni in giro per le fumetterie della propria città alla loro ricerca.
Tuttavia è importante ricordare che in quegli anni le fumetterie stesse non erano proliferate come è successo per fortuna in seguito (e in grandissima parte grazie al materiale giapponese, come mi ha confermato un mio amico che lavora in uno dei locali Star Shop). Ad esempio nella mia città, Napoli, di negozi di questo tipo fino a poco tempo fa ce ne erano il clamoroso numero di… due! (e una delle quali ostinatamente lontana dal fenomeno anime-manga fino a pochissimo tempo fa!) mentre ora ce ne sono più o meno una decina.
Era quindi che chiunque fosse interessato a cercare questo materiale fosse pressocchè obbligato ad andare spesso nello stesso posto e, fatalmente, ad incontrare le stesse persone.

– Record of Lodoss War –

Tutti assieme appassionatamente!

Piccola premessa prima di continuare… a chiunque dica che Manga, Anime o qualsiasi altro vostro hobby sia “da bambini” o “una perdita di tempo” fate solo notare come una passione che non diventi mania (gli otaku VERI fanno davvero impressione… se avete la possibilità vedetevi gli OAV di “Otaku no Video” e capirete come una sana passione possa davvero degenerare) è sempre positiva, perchè quasi sempre da l’opportunità di scambiare idee e materiale con altre persone, magari fino ad allora sconosciute, che la condividono con te!
Premessa doverosa questa che ho fatto perchè, in pratica, fu quello che successe in queste poche fumetterie di quegli anni e che spinse chi aveva materiale, o chi magari semplicemente non ce la faceva da solo a sobbarcarsi 40.000 lire (ora circa 20 euro) per comprarsi la videocassetta dei Cavalieri dello Zodiaco (mentre in quattro veniva 10.000 lire… molto meglio!), ad organizzarsi per acqusitarla insieme ad altre persone per poi scambiarsela.
Inoltre quasi tutti noi avevamo registrato dalla TV vecchi anime di tutti i tipi, e così ci veniva data l’opportunità di scambiarci le nostre liste di “materiale” che diventavano via via sempre più lunghe!
Ad esempio il sottoscritto si trovò, grazie ad una incredibile serie di scambi, le rarissime (per allora) serie di “Goldrake” (che non passava da una vita), “Mobile Suit Gundam” (peggio di Goldrake), oltre alle prime e rarissime VHS in lingua originale, ad esempio lo spettacolare “Record of Lodoss War“… 6 ore di giapponese senza sottotitoli! Andavi in paranoia a vederle così senza capirci in pratica nulla, ma sembrava già quello un miracolo potermele godere e sopratutto scambiarle con gli amici che mi ero obbligatoriamente fatto in fumetteria (e che in buona parte frequento oramai da dieci anni).

Le censure si svelano!

Eh già… era evidente che tra uno scambio di serie, l’acquisto di una videocassetta, la domanda “Ehi ma non vi sembra che qui manchi qualcosa?” venisse prima o poi a galla, e che di conseguenza si allargasse a macchia d’olio per la teoria de “un amico di un mio amico mi ha detto che..” etc.etc.
La cosa di per sè portava anche a divertenti leggende metropolitane (due su tutte che girarono qui a Napoli… le TRENTASEI serie dei Cavalieri dello Zodiaco, e che gli Zaku in Gundam fossero tutti di colore rosa) che era meglio naturalmente evitare, ma ci si rese anche conto che in alcuni anime qualcosa non andava!
Ad esempio, finché non ne parlai con qualcuno informato e lessi le prime notizie sulle fanzine amatoriali (altro fenomeno nato in quel periodo…), non mi ero reso conto di quanti e quali censure ci fossero state in “Kimagure Orange Road” (“E’ quasi magia Johnny ), di quanto il mio anime preferito di quel tempo fosse stato massacrato.
Chi poi aveva avuto al fortuna di registrare ad esempio “Lady Oscar” o “Georgie” alla loro prima trasmissione in Italia, si rendeva poi subito conto che nei passaggi televisivi successivi erano sparite scene fino ad allora viste, e quindi poteva fornire ai suoi amici (ahimè talvolta vendendo, ma quello era illegale…) versioni integrali di anime che poi in effetti non sarebbero più passati in quella maniera.
Era quindi evidente che più la conoscenza dell’esistenza delle censure si fosse intensificata, più attenzione ci sarebbe stata negli anime “successivi”: in questo il vero “spartiacque” fu “Sailor Moon” (di cui abbiamo parlato in maniera molto più dettagliata in altri articoli sul sito).
La guerriera in marinaretta merita infatti un discorso più completo perchè, mentre quella per la mancata soppressione televisiva di “Kenshir”o fu una prova di forza “involontaria e spontanea” degli appassionati di animazione giapponese quella per Usagi fu una vera “critica complessiva” al trattamento-Mediaset… la cui reazione alle critiche però non si fece attendere!

Cia-ciao a tutti
Kojiro

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Carlo_Manigoldo
Jonin
12 anni fa

La definizione di Sailor Moon come spartiacque non è sbagliata, anzi mi trovo d’accordo con l’autore, ma meriterebbe di essere approfondita perché SM fu doppiata nel passaggio da un modo di adattare e censurare sempre più invasivo: l’esempio più evidente è il termine “morire”.
Mi spiego meglio, Zia Mediaset è sempre stata “allergica” alle parole “morte”, “uccidere” ecc… ma fino al 1995 erano usate, seppur molto poco. Se si “sentono” le prime due serie di Sailor Moon si noteranno l’uso di questi termini (assieme a sinonimi tipo “soccombere”, pure quello mai più utilizzato dopo il 1995!), mentre dalla terza in poi (ossia con il via libera dei dialoghi aggiuntivi e di tutti gli altri aspetti più contestati degli adattamenti mediaset fra gli anni ’90 e i primi anni 2000) questi termini spariscono.

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