Leggende Orientali – IL FLAUTO D’ORO
Racconto popolare Yao (Cina)
Tradotta da Dario55
IL FLAUTO D’ORO
Molto tempo fa vivevano tra i monti una donna con sua figlia. Alla figlia piaceva vestirsi di rosso. Da qui il suo nome: Piccola Rossa.
Un giorno stavano arando e seminando nei campi. Improvvisamente scoppiò una tempesta e nel cielo apparve un drago malvagio che allungò gli artigli, afferrò Piccola Rossa e volò via con lei verso ovest. La madre sentì indistintamente le parole della figlia portate dal vento:
O madre, amatissima madre!
Mio fratello mi salverà!
Piangendo tutte le sue lacrime, la madre guardò in cielo e disse:
«Ma io ho solo una figlia. Chi può essere questo fratello?»
Si diresse vacillante verso casa ed era arrivata a metà strada, quando il suoi capelli bianchi restarono impigliati nei rami di un albero di alloro che cresceva a lato della strada. Mentre li stava districando, lo sguardo gli cadde su una bacca straordinariamente rossa che pendeva da un rametto. La raccolse e la inghiottì senza pensarci.
Quando arrivò a casa, la donna diede alla luce un bambino con la testa tonda e le guance rosse. Chiamò il ragazzo Piccolo Alloro.
Piccolo Alloro crebbe molto in fretta e in pochi giorni era diventato un ragazzo di quattordici o quindici anni.
La madre voleva chiedere a Piccolo Alloro di salvare la sorella, ma non poteva decidersi a imporgli un compito così pericoloso. Tutto quello che poteva fare era piangere in segreto.
Un giorno un corvo si posò sul cornicione della casa e gridò:
“Tua sorella sta soffrendo là fuori!
Sta piangendo nella tana del drago malvagio!
Macchie di sangue sul suo dorso,
Scava le rocce a mani nude!”
Udendo ciò, Piccolo Alloro chiese alla madre:
«Ho una sorella?»
Con le lacrime che le scendevano lungo le guance, la madre rispose:
«Sì, figlio mio, ce l’hai. Poiché le piaceva vestirsi di rosso era chiamata Piccola Rossa. Quel drago malvagio che ha ucciso tanta gente è arrivato e l’ha portata via».
Piccolo Alloro afferrò un grosso bastone e disse:
«Vado a salvare Piccola Rossa e a uccidere il drago malvagio. Così non potrà più far del male a nessuno!»
La madre si appoggiò allo stipite della porta e attraverso gli occhi umidi guardò il figlio che partiva.
Piccolo Alloro camminò per miglia e miglia. Su una strada di montagna vide davanti a lui un grosso masso che gli bloccava il cammino. Era privo di appigli e reso liscio da tutti i viaggiatori che erano stati costretti a scalarlo. Un passo falso avrebbe significato una brutta caduta.
Piccolo Alloro disse:
«Questo è il mio primo ostacolo! Se non lo tolgo di mezzo, sarà la rovina di molte altre persone».
Infilò il bastone sotto il masso e sollevò con tutte le sue forze. Si sentì un forte “crack!” e il bastone si spezzò in due. Allora mise entrambe le mani sotto il masso e cercò con tutte le forze di spostarlo. Alla fine il masso rotolò giù nella valle.
Proprio in quel momento uno scintillante flauto d’oro apparve nella fossa dove prima c’era il masso. Piccolo Alloro lo raccolse e cominciò a suonarlo. Il flauto produsse un suono echeggiante.
All’improvviso tutti i lombrichi e i serpenti, le rane e le lucertole a lato della strada cominciarono a danzare. Più veloce era la melodia, più in fretta danzavano quelle creature. Non appena la musica si fermava, smettevano di danzare. Piccolo Alloro ebbe un’idea:
«Ah! Adesso posso affrontare il drago malvagio».
Si allontanò tenendo in mano il flauto. Si arrampicò fino in cima a un’enorme montagna rocciosa e vide un drago dall’aspetto feroce attorcigliato all’ingresso di una caverna. Mucchi di ossa umane erano sparsi tutto intorno a lui. Vide anche una ragazza vestita di rosso che scalpellava nella caverna. Dalle sue guance scorrevano lacrime. Il drago malvagio la sferzò sul dorso con la coda e le gridò minaccioso:
“Odiosa e ingrata rossa signora!
Dato che non mi vuoi sposare,
Giorno per giorno,
Roccia dopo roccia,
Scava per me un’enorme caverna,
O ti manderò presto nella tomba!
Piccolo Alloro capì che quella ragazza era sua sorella. Allora gridò:
Mostro malvagio! Crudele nemico!
Tormentare così mia sorella!
Finché la tua vita non finirà
Questo flauto suonerà!”
E cominciò a suonare il flauto d’oro. La musica costrinse il drago a danzare suo malgrado. Piccola Rossa abbassò lo scalpello e uscì dalla caverna per vedere.
Piccolo Alloro suonava il flauto. Il drago malvagio continuava a danzare, contorcendosi e dimenandosi. Più veloce era la melodia, più in fretta si muoveva il drago crudele.
Piccola Rossa si fece avanti e voleva parlare al fratello. Con un gesto della mano Piccolo Alloro le fece capire che non poteva smettere di suonare. Se lo avesse fatto il drago li avrebbe divorati entrambi.
Piccolo Alloro continuò a suonare fino a quando fu necessario, e il drago malvagio continuò a dimenarsi tutto intorno seguendo il tempo della musica.
Gli usciva fuoco dagli occhi, vapore dalle narici e respiro affannoso dalla bocca. Il drago crudele supplicò:
Ho-ho-ho! Fratello, sei il più forte!
Smetti di suonare!
Più non mi torturare!
A casa può tornare,
Se tu mi lasci stare!
Ma Piccolo Alloro non aveva la minima intenzione di fermarsi. Mentre suonava, camminava in direzione di un grande lago. Il drago malvagio lo seguì fino alla riva, contorcendosi e danzando per tutto il percorso. Il drago cadde nel lago sollevando enormi spruzzi, e l’acqua si sollevò di molti metri. Il drago malvagio era completamente esausto. Gli usciva fuoco dagli occhi, vapore dalle narici e respiro affannoso dalla bocca. Supplicò di nuovo con voce fioca:
Ho-ho-ho! Fratello, sei il più forte!
Lasciami in pace e resterò nel lago
E mai più farò del male alla gente!
Piccolo Alloro replicò:
Malvagio nemico!
Questo ti offro:
Resta in fondo a questo lago,
E non far mai più del male.
Il drago malvagio teneva la testa china. Non appena il flauto d’oro smise di suonare, si inabissò nel fondo del lago.
Piccolo Alloro prese per mano la sorella e si allontanarono felici.
Poco dopo la loro partenza udirono il suono di acqua che schizzava nel lago. Guardarono dietro le spalle e videro il drago malvagio riemergere dall’acqua. Sollevò la testa e risalì verso di loro, scoprendo le zanne e artigliando l’aria.
Piccola Rossa gridò:
Quando scavi un pozzo, va in profondità;
Quando zappi un campo, estirpa bene le radici.
Finché il drago continuerà a vivere,
Non cederà mai con le buone maniere.
Piccolo Alloro tornò indietro di corsa fino al lago e cominciò a suonare nuovamente il flauto. Il drago malvagio ricadde all’indietro nel lago e riprese a danzare, contorcendosi e dimenandosi nell’acqua.
Piccolo Alloro rimase sulla riva per sette giorni e sette notti, suonando con il flauto un motivo veloce. Alla fine il drago malvagio non riuscì più a muoversi e rimase a galleggiare sulla superficie dell’acqua. I suoi giorni erano finiti per sempre.
Fratello e sorella tornarono a casa felici, trascinandosi dietro il cadavere del drago. Quando la madre vide i due figli tornare a casa il suo volto s’illuminò di gioia.
Tolsero la pelle al drago per costruire una casa, gli estrassero le ossa per usarle come colonne e travi, e gli tagliarono le corna per farne degli aratri. Con le corna del drago ararono i campi velocemente senza bisogno di buoi. Così poterono arare molti campi, seminare molto grano e vivere nell’abbondanza.
FINE
Testo originale in: http://www.pitt.edu/~dash/china.html#goldcolt