Leggende Orientali – LA DONNA GRU

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Leggenda del Giappone

A cura di Sori

LA DONNA GRU

Tanto tanto tempo fa nella terra di Idsumo viveva un povero giovane. Per guadagnarsi da vivere egli lavorava per altre famiglie nelle risaie o nei campi.
Un giorno, mentre stava lavorando alacremente in un campo che gli era stato affidato, udì un rumore simile a quello di un uccello che sbatte le ali. Smise di lavorare la terra e vide una gru che era stata colpita al dorso da una freccia. L’uomo si precipitò dall’animale ferito e gliela estrasse. La ferita non era molto profonda. La gru fece un gesto di ringraziamento e volò via.
Pochi giorni dopo,qualcuno bussò alla porta del giovane e una voce disse “Buonasera! Buonasera!”
“Chi è là?”
Era una fanciulla che disse “Fammi dormire da te, stasera!”
“Se ti accontenti di una semplice capanna come questa, ti lascio dormire qui volentieri” rispose il giovane, e la condusse al suo giaciglio.
Il giorno seguente pensava che la fanciulla si rimettesse in cammino. Essa invece cominciò a riordinare la cucina, a rigovernare la casa e il terreno circostante e a cucinare. E quella sera e la sera seguente rimase da lui. Dopo qualche giorno,essa gli chiese “prendimi in sposa”.
Egli rispose “ma io sono povero e guadagno a malapena a sfamare me stesso”. Tuttavia, lei replicò “Non importa. Lavorerò anch’io. Prendimi ugualmente in sposa.” Poiché entrambi erano giovani e si piacevano, infine si sposarono. Di lì a pochi giorni, la fanciulla chiese al giovane “dammi un telaio, per favore! Uno strumento con cui io possa tessere!”
Egli rimase confuso, perché non aveva quattrini e rifletté “come faccio a costruire un telaio?” Allora essa andò a prendergli del legno da chissà dove e disse “Fà come ti dico! Pianta dei chiodi qui! E poi metti insieme questo e questo!”.
Egli fece come gli aveva detto, e il giorno seguente essa poté già incominciare a tessere

Tontonkararin
Tontonkararin
Tontonkararin!

Ben presto ebbe terminato. Quant’era bello il suo tessuto! Lo si sarebbe potuto definire un broccato, che splendeva di un colore azzurro scintilante. Fino a quel momento, il giovane non aveva mai visto, né sentito parlare di nulla di simile. Lo guardò con tanto d’occhi. Allora sua moglie gli disse “Portalo al principe e vendiglielo!”
“Per quanto denaro devo venderlo?”
“Ti darà volentieri mille rio”.
“Mille rio?” Era agitatissimo. “Mille rio?”
A quei tempi, con mille rio si poteva vivere senza sforzi per interi decenni. Come gli era stato detto, il giovane portò il tessuto al principe e glielo mostrò. Il principe esclamò stupefatto “E’ un tessuto stupendo!” Glielo comprò per i mille rio richiesti, dicendo fra sé “in realtà costerebbe di più”. Ora che il giovane aveva denaro, ne voleva dell’altro e disse alla moglie “puoi tessere un altro tessuto simile?”
“Si certo” rispose la moglie “ma per favore non guardare nella stanza, mentre sono al telaio! Non devi farlo in nessun caso” Poi andò al telaio e si mise subito all’opera:

Tontonkararin
Tontonkararin!

Proprio perché gli era stato proibito di farlo, il marito fu curioso di vedere come avrebbe tessuto una stoffa così bella. Andava avanti e indietro davanti alla stanza in cui la moglie lavorava e rifletté in lungo e in largo. Alla fine, sopraffatto dalla curiosità, ebbe voglia di guardare a ogni costo e spiò attraverso il buco della serratura.
Vide allora una gru che si strappava una penna e che tesseva con quella una tela semplice. Quindi si strappò due penne di dosso e tessé con quelle una tela duplice. Poi si strappò tre penne di dosso e tessé con quelle una tela triplice.
“Ah,è così! Si è strappata le penne per tessere la tela!” pensò, e si ricordò dell’uccello ferito. La moglie si accorse che egli la stava osservando e gridò “perché guardi, quando te l’ho proibito?” Ora per me è finita e devo separarmi da te”. Dopo aver pronunciato queste parole spiccò il volo, lasciando la tela incompiuta.

FINE

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