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A cura di Vali-chan

SCHEDA

Titolo originale: Monochrome Factor – (モノクロームファクター)
Titolo internazionale: Monochrome Factor
Genere: serie tv – shoujo, azione, combattimenti, soprannaturale
Rating: consigliato ad un pubblico maturo
Numero episodi: 24 (concluso)
Anno di uscita in Giappone: 2008
Rete tv giapponese: Tv Tokyo
Tratto: dal manga “Monochrome Factor” di Kaili Sorano

Director: Yuu Kou
Series Composition: Yuji Kawahara
Character design: Shigeyuki Suga
Musiche: Takeshi Abo
Studios: A.C.G.T

In Italia: inedito
Reperibilità: fansubbato amatorialmente in italiano da Sarulandia Fansub.

Sigle
Sigla iniziale:
“Metamorphose”, cantata da Asriel e scritta da Kokomi.
A cantare le due sigle finali sono rispettivamente i doppiatori di Akira e Kengo e i doppiatori di Shirogane e Kou.
Sigle finali:
“Awake-my everything-” di Daisuke Ono e Hiroshi Kamiya
“Kakuse-Dark and Light-” di Junichi Suwabe e Katsuyuki Konishi

TRAMA

Akira Nikaido è uno svogliato studente delle superiori, bravo in tutto ma annoiato e perditempo. A dare una svolta alla sua vita sarà l’incontro con Shirogane, uno strano individuo che sostiene di avere un legame con lui.
Akira non ha intenzione di dargli retta, ma è costretto a cambiare idea quando, in un incredibile incidente con minacciose creature soprannaturali, perde la sua ombra.
Non essendo Peter Pan, il ragazzo a questo punto ha una sola chance per non sparire: farsi trasformare da Shirogane in uno shin, una creatura del mondo delle ombre.
In questa nuova forma sarà capace di assistere Shirogane nell’affrontare le ombre malvagie per rimediare alla distorsione che si è creata tra il mondo reale e il mondo delle ombre.
Ma chi è in realtà Shirogane, e cos’è Akira per lui?

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Materiale su “Monochrome Factor” presente sul sito:

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1 Commento
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Marichan
Staff
Nobile
11 anni fa

– commento di Vali-chan –

I personaggi adolescenti sembrano un po’ più cresciuti rispetto al manga, e molto più adulto sembra Shirogane. Questi in versione cartacea è un ragazzetto eccentrico che dietro il sorriso nasconde le zanne, nell’anime è un bishonen con labbra rosse, sguardo languido e voce seducente.
Le figure sono magre e allungate, il tratto è affilato ed essenziale, spesso “non finito”.
I colori sono prevalentemente freddi, con molto bianco e nero, cosa decisamente adatta ai toni della storia.

Adorare il manga non è un buon motivo per guardare questo anime, che è praticamente autonomo: si sprecano i filler e le divergenze dalla trama originale, ma soprattutto c’è un personaggio uscito dal nulla (il ragazzino kawaii ma inquietante Haruka Kujo) e tratti shounen ai. Mentre il manga di Kaili Sorano è cupamente e gelidamente shounen, nell’anime regnano ambiguità sessuale, ammiccamenti e battutine maliziose: Akira combatte più contro le avances di Shirogane che contro i nemici. Questo si unisce a una presenza consistente di umorismo anche demenziale che lo stesso divora lo spazio dell’avventura e dell’azione.
Scarseggiano spiegazioni chiare sul perché si combatte e chi sono i nemici: Homurabi, il cattivo finale, viene liquidato facilmente quanto il passato misterioso che lega i protagonisti. In effetti però non è la missione eroica il fulcro dell’anime e l’obiettivo del protagonista: ciò che Akira deve raggiungere, in realtà, è la fiducia negli altri, attraverso la fiducia che dovrà concedere a Shirogane. Come dice la sigla iniziale, per Akira è tempo di prendere la mano che gli è stata porta, e uscire dal suo mondo monocromatico.

Per quanto l’anime sia spesso comico in maniera esilarante, le atmosfere sono buie e serpeggia una coinvolgente sensazione di ambiguità e sospetto: fino all’ultimo non sapremo di chi fidarci, cadendo a capofitto nella trappola…