Leggende Orientali – COME NACQUE IL LIQUORE AWAMORI
Leggenda dal Giappone
Tradotta da Dario55
COME NACQUE IL LIQUORE AWAMORI
Un tempo sull’isola Miyako non erano conosciuti né il vino di riso né la grappa di riso, e quando si voleva festeggiare, bisognava bere acqua pura. Da ciò si può immaginare di che epoca remota stiamo parlando!
Ora avvenne che un giorno un pescatore si trovava fuori in mare e aspettava che cambiasse la marea. Se ne stava con la sua barca all’ombra di un grande scoglio e riposava tranquillo. Mentre era lì seduto, guardò casualmente verso la cima dello scoglio e vide che intorno a un punto in cui si trovava una piccola pozza d’acqua volavano alcuni passeri. Uno di quegli uccellini volò molto vicino al pescatore, e l’uomo poté vedere che portava nel becco una spiga di riso. Senza indugio l’uccellino svolazzò verso la pozza sullo scoglio, mise giù la spiga, la beccò, ma con meraviglia del pescatore non la mangiò.
«Perché quell’uccellino non mangia i chicchi? Forse vuole metterne da parte una provvista».
Il pescatore era stupito, ma dato che nel frattempo si era alzata la marea, non aveva più tempo di pensare al comportamento dell’uccellino e tornò al suo lavoro.
Ma dopo qualche giorno tornò allo stesso scoglio e anche questa volta vide che numerosi passeri svolazzavano attorno alla stessa pozza d’acqua. Questa volta nessuno di loro portava spighe di riso, ma il loro modo di volare era molto curioso e saltava subito all’occhio. Era come se danzassero, pensò il pescatore, salivano e scendevano, volavano di lato, barcollavano addirittura, e il loro cinguettio gioioso riempiva l’aria. Il pescatore vide un passero allontanarsi dalla terraferma, volare dritto filato fino alla pozza e inzuppare il beccuccio nell’acqua che vi si era raccolta. Non passò molto che si mise a girare barcollando tutto intorno e cinguettando forte.
«Che succede a quegli uccelli?», si chiese meravigliato il pescatore. «Non ho mai visto dei passeri comportarsi in un modo così strano. Che c’entri qualcosa l’acqua?».
Curioso l’uomo si avvicinò, immerse un dito in quel liquido sconosciuto e leccò con cautela. E quello che assaggiò era un’acqua amarognola con un odore buono e penetrante. La trovò assolutamente squisita, per cui aiutandosi con una grande foglia attinse un’intera sorsata di quella strana acqua. Un calore lo percorse dalla testa ai piedi, si sentì straordinariamente bene e pensò:
“Se dei passeri che non ragionano sono in grado di produrre un’acqua così squisita, anch’io posso rifarla tale e quale”.
Tornò a casa, raccolse delle spighe di riso, mise i chicchi in un mortaio e li ridusse in polvere. Aggiunse acqua e lasciò riposare il liquido per sette giorni. Infatti dalla prima alla seconda visita allo scoglio erano trascorsi proprio sette giorni. Al termine del settimo giorno tolse con prudenza il coperchio al recipiente e assaggio con curiosità la bevanda. L’acqua non era più la solita acqua, aveva un sapore estremamente allettante, faceva sentire leggeri e contenti. Il pescatore ne bevve con gioia e non poté mai più dimenticarne il sapore. Quando la scorta stava per finire, preparava di nuovo la sua “acqua meravigliosa”, ancora e ancora. E questa, si racconta, fu l’origine dell’awamori di Miyako.
FINE
Nota.
Awamori. Forte acquavite tipica di Okinawa. È prodotta solitamente con riso, acqua, lievito e un fungo nero che aiuta la fermentazione. È probabile che la tecnica di preparazione dell’awamori provenga dalla Tailandia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Awamori